Parma. Per la Dia è il “collegamento” coi Grande Aracri, confiscati beni a imprenditore cutrese

Crotone Cronaca

La Direzione Investigativa Antimafia di Bologna ha eseguito oggi la confisca dei beni, del valore di circa 10 milioni di euro, già sequestrati nel maggio dell’anno scorso (QUI) a Francesco Falbo, soggetto originario di Cutro, nel crotonese, ma residente a Sorbolo, in provincia di Parma.

Coinvolto nella nota operazione “Aemilia” (QUI), l’uomo è ritenuto come un imprenditore di collegamento tra la ‘ndrangheta radicata in Emilia e l’economia del territorio.

Secondo gli inquirenti, a dimostrazione di questa tesi, sarebbe il suo coinvolgimento nel cosiddetto “Affare Sorbolo”, una imponente operazione di lottizzazione immobiliare dal valore di oltre 20 milioni di euro, con la quale si sarebbe riciclato denaro della cosca Grande Aracri.

L'Affare in questione avrebbe visto come partecipi soggetti considerati esponenti di spicco del sodalizio criminale radicato in Emilia, come Giuseppe Giglio, Giuseppe Pallone, Salvatore Cappa, Romolo Villirillo e Donato Agostino Clausi, tutti già condannati con sentenza passata in giudicato.

Per questi fatti Falbo, proprietario dei terreni che passando da agricoli a edificabili avevano reso possibile l’operazione immobiliare di cui egli stesso è ritenuto l’ideatore, è stato rinviato a giudizio per reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa.

Il Tribunale di Bologna, condividendo le argomentazioni degli investigatori della Dia e della Direzione Distrettuale Antimafia, ha ritenuto vi sia una sproporzione tra redditi dichiarati e i beni nella disponibilità dell’imprenditore, inquadrandolo come presunto appartenente alla ‘ndrangheta emiliana “quantomeno a partire dal 2003”.

La confisca di oggi ha così interessato diciannove immobili, tra fabbricati e terreni in Emilia Romagna, Lombardia e Calabria; cinque società di capitali; altrettanti autoveicoli oltre a svariati rapporti bancari.

A Falbo è stata applicata inoltre la sorveglianza speciale con divieto di soggiorno nel comune di residenza per un periodo di cinque anni.