Operazione Propaggine: Cassazione annulla il carcere per Alfredo e Ferdinando Ascrizzi
La Cassazione ha annullato con rinvio il provvedimento con cui il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere applicata dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo reggino, Angela Mennella, nei confronti di Alfredo Ascrizzi, nell’ambito dell’operazione “Timoteo-Propaggine” (QUI).
Ad Ascrizzi - difeso dagli avvocati Antonino Napoli e Luca Cianferoni - è contestata la partecipazione alla ‘ndrangheta come affiliato alla cosca Alvaro, attiva nei comuni di Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Santa Eufemia d’Aspromonte, Delianuova e zone limitrofe.
Lo scorso 24 gennaio, la Suprema Corte si è pronunciata sui ricorsi proposti dagli avvocati Napoli e Cianferoni accogliendone le argomentazioni.
Nella stessa udienza i giudici di legittimità si sono an che occupati della posizione del padre di Ascrizzi, Ferdinando Ascrizzi (difeso dagli avvocati Antonino Napoli e Angelo Fortunato Schiava) nei riguardi del quale, nel corso dell’indagine è stata disposta la misura carceraria.
Ferdinando Ascrizzi è accusato oltre che di associazione a delinquere di stampo mafioso - come presunto appartenente alla consorteria di Sinopoli, vicino alla famiglia dei Carzo che opera nella Capitale - pure di accordo elettorale politico-mafioso relativamente alle amministrative svoltesi nel comune di Cosoleto nel 2018.
In questo caso gli Ermellini, accogliendo i rilievi mossi dagli avvocati Napoli e Schiava, hanno annullato il pronunciamento del giudice del riesame limitatamente all’accordo politico mafioso.