Vigilanza privata: lavoratori alla fame. Filcams Cgil: urgente rinnovo Ccnl, scaduto da 7 anni

Calabria Attualità

Tra rapine e furti, cresce il bisogno di sicurezza ma chi lavora in questo comparto è alla fame. È quanto denuncia Giuseppe Valentino, Segretario Generale della Filcams CGIL Calabria che si chiede: “Dov’è lo Stato? la cronaca giudiziaria di questi ultimi giorni – afferma - ci consegna gli esiti di processi legati a rapine ai danni di società di vigilanza privata con servizio portavalori. Cronache che raccontano la violenza criminale quasi romanzata con effetti speciali da cinema e i retroscena di furti da capogiro”.

Ammonta a più di 627 mila euro, ad esempio, l’incasso della rapina di Reggio Calabria (QUI), consegnati in mano ai banditi da una guardia giurata che quella cifra l’avrebbe guadagnata dopo 40 anni di lavoro tra le strade calabresi, di giorno e di notte, in un gabbiotto e con una pistola come un’unica compagna, sperando che la sorte sia clemente.

“Vigilanti e addetti alla sicurezza privati, uomini e donne – sbotta Valentino - dimenticati dalle cronache così come dalle stesse aziende e dalle istituzioni. Si pensi che il CCNL nazionale di settore è scaduto da sete anni, anni nei quali il costo della vita correva mentre le misere buste paghe sono rimaste al palo”.

Tante anche le iniziative che il sindacato unitario ha organizzato in questi anni per chiedere un rinnovo contrattuale che ridia dignità ad un settore precario e povero: scioperi, manifestazioni, sollecitazioni ai vari ministeri perché intervengano in soccorso a queste lavoratrici e lavoratori.

“Un settore – prosegue il dirigente sindacale - che è diventato poco appetibile per chi deve lavorare per poter vivere dignitosamente mentre paradossalmente cresce il bisogno di sicurezza, tanto che è normale incrociare quotidianamente la sagoma di un addetto alla vigilanza nel nostro quotidiano, in una banca, un supermercato, un ospedale o un’università”.

“Ma l’assoluta irresponsabilità della parte datoriale – prosegue il segretario - sta ostacolando ancora la definizione di un accordo di rinnovo del CCNL, perciò la mobilitazione sindacale non si ferma; soprattutto in Calabria, dove per non smentirsi rispetto alla tradizione ‘u cani muzzica sempri u sciancatu’ proprio l’azienda di vigilanza coinvolta nelle rapine ha annunciato la volontà di disdettare i contratti integrativi in essere (circa 150€ in meno in busta paga per dipendente)”.

La Filcams CGIL Calabria fa sapere che sosterrà ogni iniziativa che possa portare ad un avanzamento della trattativa nazionale per il rinnovo del contratto e per migliorare le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

La sigla chiede quindi conto alla politica ed alle Istituzioni, “a chi ricopre incarichi prestigiosi di Governo e si riempie la bocca di parole come Sicurezza e Legalità, di intervenire per sanare questa vergognosa situazione sociale”.

“Non si può patire la fame nel mentre si lavora anche 12 ore al giorno tra turni massacranti e cangianti che non ti permettono di avere una vita regolare, non si può sopportare ulteriormente questo scandalo, soprattutto se si pensa che la gran parte delle attività lavorative del settore dipendono da appalti pubblici, non si può lavorare in questo... Stato.”, conclude Valentino.