Discariche abusive a case a picco sul mare: stretta ai reati ambientali, 13 denunce
Un’attività pianificata in quattro mesi quella che, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno condotto lungo il litorale che si estende dal capoluogo dello Stretto, dipanandosi per Motta San Giovanni, Montebello Jonico, Melito di Porto Salvo, Bova Marina e Condofuri, e che ha avuto lo scopo di reprimere la depauperazione del patrimonio ambientale.
Il bilancio finale è di ben tredici persone per cui è scattata la denuncia, vedendosi contestare varie violazioni alle leggi quadro in materia edilizia, nell’esecuzione di interventi totalmente difformi al permesso di costruire o nell’attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
Nello specifico, i militari hanno sottoposto a sequestro preventivo diverse abitazioni, le relative pertinenze e le piscine che si ritiene siano state costruite violando i vincoli paesaggistici e di rischio sismico; sigilli sono scattati anche a varie attività commerciali per rilevanti inottemperanze riscontrate alle norme edilizie e ambientali.
In particolare, si annovera, tra queste, una impresa dove è stato verificato lo smaltimento non autorizzato di rifiuti liquidi, carcasse di elettrodomestici e moto d’acqua.
In un altro rimessaggio si è scoperta una occupazione abusiva dell’area demaniale marittima esterna con 15 barche e carrelli e in un altro esercizio commerciale la presenza all’interno di una piscina costruita abusivamente non rispettando i vincoli paesaggistici e ambientali.
In ultimo, in località Mortara San Leo è stato sequestrato anche un terreno adibito a discarica di materiale inerte oltre che di rottami di autoveicoli, che costituiscono rifiuto speciale, ed estesa per circa mille metri quadri.
Non meno sintomatico dello spregio ambientale è il sequestro effettuato in uno degli scorci simbolici della costa, dove si è scoperta una casa a picco sul mare identificata solo grazie ad un elicottero dei carabinieri, così come per il sopralluogo sia stato necessario l’apporto di una motovedetta e del Nucleo Subacquei.
I controlli svolti rappresentano la prosecuzione di una complessa strategia di protezione dell’ambiente e della natura che vede i Carabinieri reggini impegnati costantemente nel contrasto dei fenomeni di inquinamento ambientale, di abusivismo edilizio nelle aree protette, di smaltimento illecito di sostanze tossiche e di “vigilanza sul ciclo dei rifiuti”.
L’obiettivo, in sintesi, è quello di contrastare ogni forma di degrado e inquinamento, salvaguardando gli ecosistemi presenti sul territorio e impedire soprattutto ripercussioni estremamente negative che possono avere per i potenziali rischi alla salute umana e animale dai centri urbani alle zone più periferiche.
L’OPERAZIONE è stata eseguita da ben duecento militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, del Gruppo forestale dello stesso capoluogo e del Reparto Parco Nazionale d’Aspromonte, con il supporto - in fase di pianificazione - dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, della Motovedetta CC 810 “Ganci” e del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina.