Strage di migranti. Vescovi: è l’ora del silenzio ma senza azione politica si è tutti complici
Il vescovo di Cassano allo Jonio nonché vicepresidente della Cei, la Conferenza Episcopale, monsignor Francesco Savino, è arrivato stamani al Palamilone di Crotone dove sono state radunate le salme dei migranti restituiti dal mare dopo il tragico naufragio di ieri a Steccato di Cutro (QUI).
Ad accoglierlo l’arcivescovo della città pitagorica, monsignor Angelo Raffaele Panzetta, con il quale ha condiviso il momento all’interno della camera ardente allestita nella stratttura che ospita i corpi delle vittime della sciagura, ed interrompendo solo per un po’ il lavoro, iniziato ieri, della Polizia scientifica che ha lonere di ricostruire generalità e nazionalità di sopravvissuti e defunti.
Dopo la benedizione delle salme, monsignor Savino si è intrattenuto anche con l'imam di Crotone, Bashar Me Abul, che insieme ad altri credenti islamici si sono raccolti per un momento di preghiera per le vittime della tragedia.
Alle 11, poi c’è stato un minuto di raccoglimento davanti alla struttura sportiva, con la partecipazione del sindaco Vincenzo Voce ed i cittadini che già d ieri sera e poi da stamani presto si sono voluti recare fuori il Palamilone per rendere il loro omaggio agli sventurati che hanno perso la vita, molti dei quali, lo ricordiamo, sono dei bambini.
Per Savino, dunque, è questa “l’ora del silenzio, del raccoglimento e della preghiera e della meditazione profonda. L’ora in cui - ha proseguito il numero due dei vescovi - dobbiamo anche lasciarci interrogare responsabilmente da questa ennesima tragedia”.
Un tragedia rispetto alla quale, ha aggiunto, “rischiamo di diventare tutti i complici nel momento in cui non attiviamo politiche europee e politiche nazionali alte e altre. Possiamo dire che dinanzi a queste bare: Gesù abbandonato, Gesù negato, Gesù profugo non accolto che muore in mare anche lui”.
Per il vicepresidente della Cei “qui, Dio muore con questi nostri fratelli e sorelle. Dinanzi a queste bare mi permetto di dire che la civiltà è solo una parola la democrazia reale è soltanto una utopia che non diventa realtà. Dinanzi a queste bare mi permetto di dire che l'umanità è sconfitta anche la ragione sconfitta ed anch’io come credente mi sento sconfitto”.
L’arcivescovo di Crotone, monsignor Panzetta, ha fatto eco alle dichiarazioni del collega di Cassano, rammentando che “ciò che è accaduto ci fa ancora più male perché in un territorio che ha un Dna di fraternità e di accoglienza, ci risulta veramente difficile constatare che questi fratelli a 50 metri dalla riva abbiano perso la vita”.
A suo parere “la prima cosa che possiamo fare, tutta la comunità cristiana, è fare di tutto per evitare che tutto ciò si ripeta. Qualcuno mi ha ricordato una canzone di De André che si chiama ‘La domenica delle salme’, io spero – ha aggiunto - che questa domenica delle salme non sia dimenticata. Noi non la dimenticheremo, nella preghiera ma anche in quella politica attiva che ci chiede la difesa dei diritti umani”.
Per monsignor Panzetta, infine, ciò che è accaduto “può essere anche un segno che la nostra preghiera si deve intensificare e risvegliere. La parola di Dio di ieri – ha poi sottolineato - era il brano proprio delle tentazioni. Penso che la più terribile delle tentazione sia quella dell’egoismo, dell'individualismo; e purtroppo in questa tentazione spesso noi, vecchia Europa, cadiamo per paura e senza considerare se questi nostri fratelli potrebbero essere una grande iniezione di vita e di speranza per noi”.
La Prefettura crotonese, intanto, per consentire di rendere omaggio alle vittime secondo il rito religioso di presumibile appartenenza dei migranti deceduti, ha contattato una delegazione di Imam che da Caccuri (Crotone), Sellia Marina (Catanzaro) e Lamezia Terme (Catanzaro) sono al Palamilone per porgere l’estremo saluto alle salme.