Strage di migranti. Mattarella a Crotone, prima l’applauso e poi le urla: “vogliamo giustizia e verità”
Una mano sulla spalla in segno di conforto e vicinanza ad una sopravvissuta, o forse ad una familiare che non avrà più la possibilità di porgerla la mano, se non stringere a sé la persona cara adagiata in una bara e che ha ingrossato il disperato elenco dei 67 “caduti” (perché di questo si tratta!) di una maledetta mattina. A pochi metri dalla speranza di una nuova vita, a pochi metri, forse, da una vita nuova.
La mano è quella del presidente Sergio Mattarella che stamani, come annunciato, è arrivato a Crotone (QUI), capoluogo che dista poco meno di quaranta chilometri dal luogo della tragedia del 26 febbraio scorso (QUI) che ha visto un caicco carico di migranti schiantarsi su una secca e finire in frantumi, col conseguente epilogo di morte.
Il Capo dello Stato è atterrato puntuale alle 10:45 di stamani all’aeroporto Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Poi a bordo dell’auto presidenziale è giunto in città per una visita sin dagli inizi annunciata come “strettamente personale”.
Niente dichiarazioni, niente interviste, giusto un cenno di saluto, al volo, alla stampa ma soprattutto alle centinaia di cittadini assiepati dietro le transenne dalla prima mattina in attesa del suo arrivo.
La prima visita, come da programma, presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone dove da domenica scorsa sono ricoverati alcuni dei sopravvissuti alla sciagura, una quindicina.
All’ingresso c’erano ad accoglierlo Simona Carbone, Commissario straordinario dell’Asp pitagorica, e Lucio Cosentino, direttore sanitario del nosocomio. Sono stati loro ad accompagnarlo nei reparti dove sono assistiti i profughi.
La visita è stata anticipata dall’arrivo di pacchi dono con dentro dei giocattoli - peluche, pianole e piccoli robot telecomandati - che il presidente ha voluto fossero consegnati ai piccoli degenti superstiti ricoverati nella pediatria.
Anche qui uno scambio veloce di parole con i sopravvissuti poi il corteo presidenziale ha percorso i pochi metri che intercorrono tra il nosocomio cittadino ed il PalaMilone, imponente palazzetto dello sport trasformato, suo malgrado, in questi giorni, in camera ardente dove sono adagiati i 67 feretri.
Lungo la strada una lunga fila di transenne ha separato i crotonesi e non solo giunti per l’occasione ad accogliere il Capo dello Stato a cui, appena sceso dall’auto, è stato tributato un applauso.
Mattarella ha così salito i pochi gradini che separano il cancello esterno dall’ingresso alla struttura, trovando ad accoglierlo il vescovo di Crotone, mons. Angelo Panzetta; il presidente della Regione, Roberto Occhiuto; il presidente della Provincia pitagorica, Sergio Ferrari, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce; ed il primo cittadino di Cutro, Antonio Ceraso.
Infine il Capo dello Stato si è trattenuto da solo e per pochi minuti, forse in tutto una decina, davanti alle bare allineate nel PalaMilone a cui è seguito un altrettanto breve incontro con i familiari delle vittime che hanno chiesto che i corpi dei loro cari vengano restituiti al più presto e rimpatriati.
È all’uscita che però l’iniziale applauso di benvenuto ha lasciato il posto ad un seppur comprensibile momento di “tensione” con alcuni presenti che, quasi all’unisono, hanno gridato verso il Presidente: “vogliamo giustizia e verità”.