Naufragio Cutro: sono 88 le parti civili ammesse al processo
Sono 88 le parti civili ammesse al processo sui presunti mancati soccorsi all'imbarcazione "Summer Love", tragicamente naufragata davanti le acque di Steccato di Cutro all'alba del 26 febbraio 2023 (QUI).
Da 113 sono 25 quelle non approvate dal gup del tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, che nella mattinata odierna di giovedì 29 maggio, ha sciolto la riserva sulle eccezioni presentate dai difensori dei quattro militari della Guardia di finanza e dei due della Guardia Costiera, accusati dalla Pprocura della Repubblica di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
La richiesta d'esclusione
Lo scorso 26 maggio, gli avvocati degli imputati avevano chiesto l'esclusione di 27 tra associazioni, partiti ed enti - ritenendo infondate le istenze - e di 67 persone tra superstiti e vittime della strage, sia per questioni formali nella presentazione della costituzione di parte civile che per la mancata verifica di rapporti di parentela.
Il Giudice, rigettando le eccezioni della difesa, ha ammesso come parte civile tutti i superstiti ed i familiari delle vittime, sostenendo che "le contestazioni della difesa attengono al merito e l'effettiva sussistenza e consistenza potrà e dovrà essere dimostrata nel corso del processo".
Le principali Ong ammesse sono dunqie la Handrbreit Nautical Safety solutions GGMBHm, Emergency, Sea Whatch, Sos Mediterranee Italia, Mediterranea Saving Humans, Sos Humanity poiché, è scritto "si occupano di soccorsi in mare, perseguendo quale primario obiettivo, nel quale sono immedesimate, la tutela della vita e l'incolumità individuale".
Il rigetto della Regione Calabria
Rigettata la costituzione di parte civile della Regione Calabria (per la quale era stata comunque chiesta la revoca dalla stessa parte) e, tra le altre, quelle di Rifondazione Comunista, Arci nazionale, Mem.Med. Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, Melting Pot, Cittadinanza attiva e dell'associazione Sabir, che è stata in prima linea nell'assistenza ai superstiti ed alle famiglie delle vittime in occasione del naufragio.
Tra le non ammesse, inoltre, ci sono quelle presentate dai due pakistani, Hasab Hussein e Khalid Arslan che sono stati condannati perché ritenuti colpevoli di essere tra gli scafisti del caicco.
L'udienza preliminare proseguirà il 9 giugno prossimo. Non è certo che la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio per i militari sia resa in quella data.