Tragedia migranti. Psicologa: “difficile accettare perdita famiglia, il dolore è inimmaginabile”

Crotone Attualità Giacinto Carvelli
Valentina Castelli

Tra gli operatori più impegnati in questi giorni per la tragedia dei migranti morti nello sbarco del 26 febbraio scorso (QUI), ci sono gli psicologi chiamati ad assistere i sopravvissuti ed i familiari delle vittime in questi momenti di dolore.

Una di loro è Valentina Castelli, che è dell’organizzazione umanitaria Intersos, e che è stata chiamata dal Comune di Crotone a prestare attività di assistenza psicologica a quanto debbano ancora riconoscere le salme ospitate al Palamilone.

Si tratta - confessa la psicologa che da anni opera nel settore dei migranti - di persone che vivono traumi, e che necessitano di maggiore attenzione proprio nelle ore successive, quando il dolore si manifesta nella sua fase acuta.

Castelli sottolinea che a colpirla è stata soprattutto la storia di due ragazzi molto giovani che hanno perso tutto il loro nucleo familiare: erano in 22 sulla barca ma ne sono sopravvissute solo due, mentre altri dieci sono ancora dispersi.

Per la psicologa di Intersos è assai difficile accettare che in pochi minuti si sia persa l’intera famiglia e di essere rimasti senza riferimenti: “un dolore che è difficile da immaginare”.

I minori sono stati in parte assegnati a un progetto di accoglienza, altri invece sono stati assistiti all'interno del Cara Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, anche tramite altre associazioni.

La cosa più importante, a suo parere, è essere presenti in questi momenti delicati, non farli sentire soli, mostrare una condivisione di questa sofferenza e cercare di capire di cosa quella persona abbia bisogno.

Castelli ha sottolineato, poi, che nonostante operi da anni nel settore degli sbarchi - e che ce ne siano stati tanti - non abbia mai avuto un’esperienza simile, un’esperienza che senza mezzi termini ha definito come un episodio catastrofico.