Usura e illegalità: per un’impresa su dieci la sicurezza è peggiorata, oltre il 16% teme il racket

Calabria Attualità

Un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. Inoltre, il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket: una preoccupazione che, evidentemente, è molto più accentuata al Sud, dove la percentuale sale oltre il 18 per cento.

Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine di Confcommercio su usura e fenomeni illegali, stilata in occasione del decimo anniversario della Giornata della Legalità.

Dati che riferiscono inoltre come l’usura, appunto, sia un fenomeno percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 25,9%), con un trend più marcato al mezzogiorno e nel commercio al dettaglio non alimentare, dove è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese.

Secondo Confcommercio, poi, più di un imprenditore su cinque ha sentito parlare di episodi di usura o di estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il “sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%).

Oltre sei imprese su dieci, inoltre, si sentono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione del fatturato, una percezione che nel mezzogiorno è sentita dal 68,9% dei commercianti, un dato però non molto dissimile dai colleghi del Nord Ovest, dove si attesta al 68,3%.

Di fronte all’usura e al racket, infine, il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, mentre solo il 5,3% si sente rassegnate, pensando di non poter far nulla.

LA PERCEZIONE

In base alle Stime dell’Ufficio Studi della Confcommercio, ancora, 31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizi sono oggi ad elevato rischio usura.

“L’illegalità - spiegano dall’associazione di categoria - costa alle imprese del comparto 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%”.

Nel dettaglio, l'abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l'abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi.

Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,5 miliardi.

IL FARO DI CIVILTÀ

La legalità rappresenta un faro di civiltà per il nostro territorio. Tutti – commenta Klaus Algeri, presidente di Confcommercio Calabria - abbiamo il compito di garantire alle nostre imprese di operare in condizioni di sicurezza. Le vittime dell’illegalità hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni, del presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine. E hanno anche bisogno del nostro sostegno, della nostra prossimità operosa. Tanto più in questo momento in cui la crisi economica e la crescente inflazione rendono le nostre imprese più deboli e maggiormente vulnerabili a questi fenomeni”.