Pagamenti sanità, Europa avvia procedura di infrazione. Occhiuto: “Tempi dimezzati del 60%”
Questa mattina la Commissione Europea ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, per via degli enormi ritardi nei pagamenti nel settore sanitario. Nel dettaglio, la commissione contesta la scorretta applicazione della direttiva del 2011, evidenziando una continua "proroga oltre i termini previsti" per i pagamenti.
Nella lettera di costituzione in mora (alla quale il Governo ha due mesi di tempo per replicare) viene espressamente citato il settore sanitario calabrese, circostanza che non ha fatto tardare la replica del governatore Occhiuto.
"Nell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè il governo nazionale ha deciso di affidarmi l’incarico di commissario per la sanità in Calabria, la nostra Regione ha ridotto notevolmente i tempi dei pagamenti nel settore sanitario" sostiene il governatore. "La media dei tempi di pagamento del sistema sanitario regionale della Calabria è passata dai 131 giorni del 2021 ai 55 giorni del 2022, e nel 2023 puntiamo a fare ancora meglio".
"E anche prima del 2021 i tempi medi dei pagamenti erano praticamente cementificati: 148 giorni nel 2016, 140 giorni nel 2017, 153 giorni nel 2018, 144 giorni nel 2019, 139 giorni nel 2020" ricorda Occhiuto. "Abbiamo, dunque, accelerato in questa direzione - abbattendo di circa il 60% i tempi medi - e soprattutto abbiamo, cosa mai fatta in oltre 12 anni di commissariamento nazionale, accertato il debito della sanità, operazione che ci consentirà nei prossimi mesi di pagare puntualmente i fornitori e di tornare a spendere per assicurare il diritto alla cura ai calabresi".
"La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023" spiega. "Una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione".
"Per i prossimi mesi abbiamo due obiettivi da raggiungere, e a portata di mano: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a ‘debito zero’; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri" conclude. "Il percorso è ancora lungo, ma in poco meno di 17 mesi sono stati fatti passi da gigante mai registrati prima".