Gli interessi economici dietro la guerra russo-ucraina: li spiega Vincenzo Curci
Mentre il leader del Cremlino Vladimir Putin va in missione improvvisa a Kherson e Lugansk, territori annessi dell’Ucraina, e prepara attacchi militari ancora più decisi e devastanti, giunge in libreria il volume La guerra russo-ucraina (Edizioni Expressiva, Spezzano Albanese) di Vincenzo Curci.
Curci è docente di Scienze agrarie e si occupa prevalentemente di politiche alimentari e di risorse agroalimentari, ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni che studiano e approfondiscono - con rigore scientifico - tali tematiche.
Per questi motivi il saggio sull’attualità della guerra russo-ucraina ha generato nel vasto pubblico grande e inaspettato interesse. Ma in effetti, non c’è nulla da stupirsi perché il professor Curci ha esaminato le cause, i motivi più o meno palesi e le conseguenze -non solo per i belligeranti - ma anche per i Paesi coinvolti a livello politico, strategico ed economico.
Curci sostiene che per capire le cause, le conseguenze e le strategie economiche e politiche tra Russia e Ucraina occorre “abbandonare la propaganda radiotelevisiva e passare al dibattito scientifico”.
Intanto l’autore osserva, altresì, che “la guerra in Ucraina è il principale scontro armato in un più ampio contesto di conflitto economico tra gli interessi russi dei capitali orientali (Russia e Cina) e di quelli occidentali (USA), con l’Europa subalterna degli USA. Da sempre gli Stati Uniti hanno compensato il disavanzo della bilancia dei pagamenti tramite guerre, ma questo sistema ha perso efficacia dopo l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq che si sono tramutate in un fallimento per gli USA”.
Curci continua aggiungendo che: “Gli Stati Uniti quindi utilizzano misure protezionistiche, spesso mascherandole da sanzioni economiche dovute a motivi politici”.
Per completare il quadro geopolitico Vincenzo Curci passa in rassegna nei vari capitoli lo status politico, economico e religioso dell’Ucraina, il rapporto con le altre chiese di rito ortodosso, in contrasto con la chiesa ortodossa russa sottomessa a Putin, essendo quella Ucraina chiesa ortodossa autocefala.
Ma non è tutto. Curci, pur trattando una materia così delicata legata alla guerra in atto, e sempre più sanguinaria anche nei confronti dei civili ucraini, impiega un linguaggio agile e fluente che non mette per niente in imbarazzo il lettore non acculturato o non informatissimo sulle vicende belliche delle quali si tratta.
Attraverso i vari capitoli (La guerra e il mondo, Nord stream1, Il ruolo degli USA, L’Ucraina prima di Putin, La figura di Putin ed altri…) l’autore riesce a descrivere - sempre con un narrare fluido e avvincente - gli scenari internazionali e le vere motivazioni di accanimento bellico nei confronti dell’Ucraina definita “il granaio d’Europa”.
Concludendo, Curci sottolinea che “tra i perdenti, senza dubbio, troviamo la povera gente e gli oppressi dell’Ucraina e della Russia. Si stima che i morti ucraini ammontano a più di 150mila persone, più molti feriti. Sul fronte russo sono più di 120mila”.
L’autore, aggiunge e conclude: “Il vecchio continente così non è più competitivo e concorrenziale agli Usa. Gli Stati Uniti, insieme al Qatar, vendono il gas (che prima non riuscivano a vendere) a prezzi molto molto più alti di quello russo, nonostante sia scarsa la quantità e molto più inquinante. Politicamente si sono rotti i legami tra Europa e Russia, mentre prima si stavano sempre più rafforzando. Tra i vincitori merita ricordare anche la Cina. Grazie all’embargo dei Paesi occidentali e i prodotti provenienti dalla Russia, i cinesi stanno acquistando dai russi il gas e il petrolio che prima erano destinati all’Europa e a prezzi stracciati. Di conseguenza la Russia sta diventando sempre più vassallo della Cina”.
Il prof. Curci ha dato alle stampe un lavoro che merita ogni apprezzamento perché offre ai lettori un utile strumento per capire il luttuoso evento della guerra; altrettanti apprezzamenti vanno all’Editrice Expressiva di Emanuele Armentano che ha colto l’attimo fuggente.