“Vicini alla ‘ndrangheta”, scatta la confisca per un calabrese ed un romano

Reggio Calabria Cronaca

Ammonta a circa tre milioni di euro il valore dei beni confiscati oggi dalla polizia di Roma a due persone, un calabrese ed un romano, rispettivamente di 62 e 71 anni, ritenuti vicini alla ‘ndrangheta del mandamento tirrenico, facente capo alla nota famiglia mafiosa reggina dei Piromalli.

L’attività, definita Operazione “Ragnatela”, giunge al termine di una indagine economico-patrimoniale iniziata circa tre anni fa, e che ha portato a ricostruire la presunta “carriera criminale” di entrambe i soggetti.

Il primo, C.A., considerato un esponente della cosca dei Mammoliti di Oppido Mamertina, nonché consuocero del presunto boss Rocco Molè, assassinato il primo febbraio del 2008, si era trasferito successivamente nella zona dei Castelli Romani, investendo notevoli capitali - che si ritiene derivanti da reati di bancarotta fraudolenta e da seriali intestazioni fittizie di beni - in un complesso immobiliare adibito ad albergo-ristorante rilevato dal pregiudicato romano.

Quest’ultimo, F.C., ritenuto un noto usuraio, fin dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso è stato accostato a personaggi come il commercialista del cassiere di Cosa Nostra, Pippo Calò, e ad appartenenti alla Banda della Magliana e alla Camorra, ed è stato considerato come il “collettore dei proventi della criminalità mafiosa” per scopo di riciclaggio, realizzando a questo scopo ingenti investimenti anche col ricorso ad una schiera di prestanome.

Secondo gli inquirenti, la misura di prevenzione patrimoniale, comunque non ancora definitiva, certificherebbe una rilevante sproporzione tra le fonti di reddito lecite, le attività economiche esercitate e il complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente da entrambe.

Il compendio oggi confiscato, già sequestrato nel marzo del 2022 (QUI), comprende la totalità delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare; un complesso immobiliare, sempre nella Capitale, costituito da locali commerciali di superficie estesa; immobili per civile abitazione a Gioia Tauro (nel reggino).

Inoltre, una polizza assicurativa del valore di 150mila euro, disponibilità finanziarie per oltre quattrocentomila euro, un complesso immobiliare già adibito ad albergo-ristorante a Rocca di Papa (nella provincia romana), per il quale la Protezione Civile ha manifestato interesse all’assegnazione per la realizzazione di un presidio operativo. Rientrano, infine, tra i beni cautelati, anche due zanne di avorio elefantino di un cospicuo valore economico.

L’esecuzione del provvedimento ha visto impegnati oltre agli uomini della Divisione Anticrimine della Questura di Roma anche il personale di sette Commissariati di Polizia sul territorio della capitale e della provincia. Inoltre l’operazione ha richiesto la collaborazione della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e del Commissariato di Gioia Tauro.