Per la Dda sono imprenditori mafiosi: maxi confisca da oltre 124 milioni
Maxi confisca di società, terreni, fabbricati e beni di lusso a carico di quattro imprenditori ritenuti vicini alla ‘ndrangheta e più nello specifico alla cosca Piromalli di Gioia Tauro.
L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ha portato ad apporre i sigilli a un patrimonio stimato in un valore complessivo di oltre 124 milioni, ed è il risultato di una importante serie di indagini svolte negli ultimi anni.
I quattro imprenditori - Luigi Bagalà, settantaquattrenne, Giuseppe Bagalà, sessantatrenne, Francesco Bagalà, quarantatrenne, e Francesco Bagalà, trentaduenne - sono stati oggetto di differenti indagini condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Reggio Calabria e dallo Scico, e sono indiziati per intraneità alla cosca di ‘ndrangheta.
Coinvolti in quattro differenti operazioni, ossia “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront”, si sono visti confiscare questa mattina quattro società di capitali, una impresa individuale, quote societarie relative a 6 società, 67 fabbricati, 91 terreni, 7 autoveicoli, 20 rapporti bancari, 4 orologi di pregio e denaro contante.
Tutto ciò, secondo l’investigazione, raffigurava una “significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare”, che portò già nel 2018 ad una prima misura di sequestro a firma della Direzione Distrettuale Antimafia, finalizzata al sequestro dei beni (QUI).
La stessa sezione ha poi applicato la misura di sorveglianza speciale a tutti gli indagati per tre anni, dopo aver preso visione delle argomentazioni e delle perizie del caso.
L’operazione è stata coordinata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal sostituto procuratore Gialuca Gelso.