Operazione Ceralacca. I dettagli e i nomi degli arrestati
La Dea Fortuna si dice sia cieca, ma nel loro caso ci vedeva benissimo. Erano sempre gli stessi ad aggiudicarsi gli appalti banditi dalla SUAP di Reggio Calabria e questa circostanza ha richiamato l'attenzione dei concorrenti e, soprattutto, degli inquirenti. Numerosi bandi, per centinaia di migliaia di euro, pubblicati a livello nazionale hanno visto, troppo frequentemente, secondo i finanzieri, sbaragliare ogni tentativo di concorrenza delle imprese dell'intera platea imprenditoriale italiana da parte di alcuni imprenditori reggini. È proprio l'eccessiva “benevolenza” della Dea bendata che non ha convinto i militari della Guardia di Finanza e la Procura di Reggio Calabria dando impulso alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Dott. Matteo Centini. È così che sono stati passate sotto la “lente d'ingrandimento” le migliaia di buste “ceralaccate” contenenti le offerte relative alle gare d'appalto ed è subito stato chiaro che erano presenti numerosi elementi di anomalia tali da far pensare che le stesse gare potessero essere state pilotate.
Intercettazioni telefoniche, video ed ambientali hanno permesso di determinare anche il singolare modus operandi: costituiti in vera e propria associazione a delinquere, la famiglia Bagalà grazie alla complicità di alcuni funzionari ed impiegati pubblici corrotti, s'impossessavano delle buste, le aprivano, verificavano l'offerta delle concorrenti, le richiudevano abilmente e sostituivano quelle presentate dalle proprie imprese e/o di quelle a loro vicine per assicurarsi gli appalti. Le buste, poi, venivano riposte nelle casseforti e, in questo modo, le Commissioni di aggiudicazione si trovavano di fronte a gare formalmente “ineccepibili” e non potevano far altro che affidare i lavori al vincitore. Le attività hanno permesso di constatare che la turbativa non riguardava solo gli appalti della SUAP, bensì, che l’attività illecita era stata estesa anche a varie altre Stazioni Appaltanti quali la Provincia di Reggio Calabria e la SO.RI.CAL (Società Risorse Idriche Calabresi) di Catanzaro.
L'ambizione dei Bagalà non si limitava all'aggiudicazione degli appalti a proprio favore ma mirava al controllo, pressoché totale, delle gare pubbliche. In altri termini, nel loro intento nessuno avrebbe potuto “lavorare” con la P.A. senza il loro patronato. Per ottenere i propri fini non hanno evitato di ricorrere ad ogni tipo di condizionamento corrompendo funzionari e pubblici dipendenti, ponendo in essere atti intimidatori nei confronti di chi mostrava “titubanze” cercando addirittura l'appoggio di esponenti politici locali, loro vicini, (sulla cui consapevolezza non sono emersi elementi di rilievo) tentando di indurli a fare pressioni nelle competenti sedi per rimuovere “politicamente” alcuni funzionari che ritenevano scomodi per i loro scopi.
La sicurezza nel modus operandi adottato era tale che non si sono fermati nemmeno dopo il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza, in data 10/01/2012, delle buste relativa ad una gara che avrebbe dovuto svolgersi poche ore dopo travate ingiustificatamente nel possesso Giuseppe Bagalà. La migliore soluzione individuata è stata quella di presentare una denuncia di furto nel maldestro tentativo di giustificare il possesso delle buste da parte dei Bagalà simulando l'illecita sottrazione alla SO.RI.CAL.
È in questo contesto che sono state accertate, a vario titolo, le responsabilità penali di, colpiti da provvedimento cautelare, Giuseppe Bagalà, 55 anni; Carmelo Bagalà, 53; Francesco Bagalà, 22 anni; Giuseppe Bagalà, 24 anni; Mario Italo Torresani, 54 anni, responsabile dell’ufficio gare e appalti della SO.RI.CAL. di Catanzaro; Domenico Lamonica, 31 anni segretario dell’ufficio gare e appalti della SO.RI.CAL. di Catanzaro; Antonio De Clariti Stresa, 55 anni, dipendente della Provincia di Reggio Calabria; D’Amico Luigi, 65 anni, dipendente della Provincia di Reggio Calabria; Antonio Scaramuzzino, 30 anni funzionario So.Ri.Cal.
Sono state sottoposte a sequestro le seguenti società comprensive dell'intero patrimonio aziendale e beni: ISOTECH S.r.l.”con sede a Gioia Tauro, esercente l’attività di “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”; EDILTECH S.r.lcon sede a Gioia Tauro (RC), esercente l’attività di “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”; IME S.r.l., con sede in Reggio Calabria esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, ferramenta, termoidraulica, costruzioni di edifici residenziali e non residenziali”; autovettura VOLKSWAGEN Tuareg 3.0 V6 TSI, di proprietà di Francesco Bagalà; 6 Autocarri e veicoli speciali.