Tragedia sul fiume Lao. Dieci indagati per la morte di Denise Galatà
Ci sono i primi indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Castrovillari per la morte di Denise Galatà (QUI), la 19enne del reggino morta nelle acque del fiume Lao, a Laino Borgo, sul Pollino, nel cosentino, dopo essere caduta in acqua mentre era a bordo di un gommone per una escursione di rafting che stava effettuando insieme ai compagni di scuola e ad alcuni professori.
Dieci le persone che sono state infatti iscritte nel registro degli indagati: si tratta in particolare del sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, dei responsabili della Pollino rafting e delle sette guide della stessa società che erano insieme ai ragazzi durante l’escursione. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.
Naturalmente si tratta di un atto dovuto per consentire a tutti di nominare un perito di parte durante gli accertamenti medico-legali che sono stati disposti dal pm Simona Manera sul corpo della giovane vittima: l’autopsia sarà difatti eseguita nell’ospedale di Rossano, dal consulente dottore Biagio Solarino. Ci sarà da chiarire innanzitutto la causa della morte di Denise.
Oltre al sindaco, quindi, sono indagati Giuseppe Cosenza e Riccardo D’Onofrio, rispettivamente e vice presidente del Consiglio Direttivo dell’Asd Canoa Club Lao Pollino; e le guide Raffaele e Luigi Cosenza, Giampiero Bellavita, Gabriel Alacom Correa, Raffaele De Mare, Francesco De Stefano e Camila Andrea Ortegallancafilo.
La Procura ha individuato come parti offese i familiari della 19enne, ovvero il padre Michelino Galatà, la madre Barbara Ciricosta e il fratello Domenico Galatà.