Tragedia del Lao. Morte Denise Laganà, Procura chiede due rinvii a giudizio

Reggio Calabria Cronaca

La Procura di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per due persone, ovvero per il presidente del consiglio direttivo della società di rafting e per l’istruttore che conduceva il gommone sul quale sedeva Denise Galatà (QUI), la diciassettenne che a maggio dell’anno scorso è morta dopo essere caduta in acqua nel corso di un’escursione di rafting sul fiume Lao, nel cosentino (QUI).

Ad entrambe si contesta il reato di omicidio colposo: il primo perché secondo gli investigatori non avrebbe ottemperato al divieto di introdursi nel fiume previsto da una apposita ordinanza comunale emessa in attivazione dello stato di allerta meteo, e così consentendo la discesa che, nel caso, sarebbe stata eseguita da accompagnatori non in possesso delle necessarie qualifiche richieste per il grado di difficoltà del corso d’acqua.

Il riferimento è alla guida, ovvero al secondo indagato, che in possesso di una qualifica federale ritenuta insufficiente per la navigazione del Lao, considerato il III° grado di difficoltà con passaggi di IV° grado, “componeva l’equipaggiamento del gommone condotto in modo inadeguato rispetto alle contingenti condizioni, consentendo la presenza di sole ragazze che, ancorché inesperte ed esili, cadevano più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise”, scrivono gli stessi inquirenti.

La stessa guida, poi, per la Procura avrebbe trascurato e sottovalutavi le criticità non interrompendo la navigazione ed affrontando il tratto critico del Lao, nel quale la ragazza era caduta senza più risalire.

Valutazioni che i magistrati hanno tratto - data la complessità dell’attività ricostruttiva della vicenda - anche attraverso il contributo di tecnici qualificati, nel rispetto dei tempi previsti per lo svolgimento delle indagini preliminari.

LA VICENDA

Come si ricorderà, il pomeriggio del 30 maggio 2023 l’operatore della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Castrovillari, allarmato per la scomparsa di Denise Galatà, avvenuta durante l’escursione sul Lao, aveva avvisato immediatamente tutte le pattuglie a disposizione che arrivarono sul posto per iniziare le ricerche, protrattesi fino a notte e che permisero di recuperare gli studenti dell’Istituto Linguistico Giuseppe Rechichi di Polistena e i professori e le guide che avevano accompagnato la scolaresca, aiutandoli a risalire la ripida sponda.

Denise però mancava all’appello e dagli accertamenti coordinati nella stessa notte dal Alessandro D’Alessio, Procuratore Capo della Procura della Città del Pollino, svolti dal sostituto di turno e dai militari, grazie alle testimonianze raccolte dagli stessi amici della ragazza furono ricostruiti gli ultimi momenti prima che l’adolescente cadesse in acqua.

Le operazioni di rintraccio, riprese all’alba del 31 maggio, permisero poi di recuperare il corpo esanime della giovane (QUI) che, come chiarì poi l’autopsia, era deceduta per annegamento.

La conseguente apertura dell’inchiesta, ha visto anche il sequestro della struttura di rafting e di tutti i gommoni e le attrezzature utilizzate durante l’escursione, e si concentrò sulle condizioni metereologiche e sul rispetto delle condotte tenute.