Parto in casa, presentato il video “Nascere e far nascere in Calabria: il diritto di scegliere”

Cosenza Salute

“Ho scelto di partorire in casa per rispettare me e mia figlia, in un’atmosfera di intimità e fiducia; due ostetriche, che mi sono state accanto in questi nove mesi, si sono prese cura di me dall’inizio del travaglio fino al parto. Una scelta che per molti è considerata folle, ma consiglio a tutte le future mamme di informarsi bene, perché non è detto che l’ospedale sia il luogo più sicuro per la nascita di un bambino”.

Sono solo alcune delle testimonianze di famiglie calabresi, intervistate dall’ostetrica Silvia Puntillo e dalla docente dell’Unical Laura Corradi, che hanno deciso di condividere i loro percorsi di gravidanza e parto, la loro ricerca di libertà di scelta attraverso la conoscenza e appropriatezza delle cure. Testimonianze raccolte in un video dal titolo “Nascere e far nascere in Calabria: il diritto di scegliere”, presentato a Cosenza, nella libreria Raccontami, dalle associazioni “Gruppo Nascita”, “Infanzia e Adolescenza Gianni Rodari”, “Dall’Ostetrica” e “Laboratorio Decoloniale queer e femminista”.

Un’occasione per diffondere una cultura della nascita fisiologica e fare in modo che le donne calabresi si approprino del proprio ruolo attivo e da protagoniste rispetto alla gestione del proprio parto, denunciando le tante procedure sanitarie inutili durante una gravidanza o interventi medici non spiegati, né giustificati.

“È una questione di diritti e di libertà e sarebbe bello se ci fosse una legge nazionale a garantire il diritto alle donne di scegliere il luogo in cui partorire. Al momento – affermano le ostetriche Silvia Puntillo e Martina Montagano - la questione è demandata alle Regioni e sono cinque quelle che hanno varato leggi apposite per il parto a domicilio. Ci auguriamo che la Calabria possa essere la sesta”.

"Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che ogni donna dovrebbe partorire nel luogo che sente più sicuro e il parto in casa è “un’alternativa sicura per donne selezionate, definite a “basso rischio”, cioè con una gravidanza senza problemi e che arrivano al nono mese in buona salute. Parliamo di un evento unico che ogni donna dovrebbe poter vivere nell’ambiente che reputa più sicuro. Sono oltre dieci anni – spiega Silvia Puntillo - che le associazioni del territorio promuovono la nascita rispettata e il diritto di scelta, un diritto che potrebbe concretizzarsi con l’approvazione della legge regionale sul parto in casa e casa maternità”.

Nella provincia di Cosenza, dall’inizio dell’emergenza Covid ad oggi, sempre più donne hanno chiesto di partorire in casa, decidendo di vivere la nascita in prima persona: cinquanta hanno deciso di partorire in casa coadiuvate dal sostegno delle ostetriche Puntillo e Montagano.

“Il parto in casa - dichiara Monica Zinno, presidente dell’Associazione Infanzia e adolescenza G.Rodari - è uno dei tabù del nostro Paese, che ha delegato alle Regioni perché non in grado di produrre una buona legge nazionale a sostegno della nascita assistita, gratuita, sicura, nel luogo scelto dalla donna (prima di obiettare sulla sicurezza): basta consultare i dati epidemiologici disponibili. In Calabria nel 2017 era stata approvata la legge regionale n.240/10^ sul diritto della donna di partorire nel luogo che ritiene più̀ sicuro, poi l’iter si è bloccato in Consiglio regionale ed è stato fatto un passo indietro. Pensare che per anni abbiamo considerato l’ospedale come il luogo più sicuro in assoluto, anche rispetto alla nascita, mentre ora si è capito che la sicurezza non passa necessariamente da lì. Questo video https://www.youtube.com/watch?v=2O76HhnltUw dunque, diventi occasione per dare più voce alle madri e ai loro bisogni”.