Controlli a strutture balneari e ricettive del catanzarese: fioccano multe e denunce

Catanzaro Cronaca

Sulla scia delle operazioni “Deep” dello scorso anno, i Carabinieri, in simbiosi con la Capitaneria di Porto, anche nel catanzarese hanno eseguito interventi in materia ambientale, impiegando in modo coordinato e simultaneo squadre congiunte composte oltre che dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato anche da militari, Forestale e dai Nuclei dell’Ispettorato del Lavoro e Antisofisticazione e Sanità del capoluogo.

Sotto la lente le attività del settore turistico dia sella costa jonica che tirrenica, come lidi balneari, alberghi, villaggi turistici e altre attività produttive presenti sul demanio marittimo.

I militari l’hanno chiamata operazione “Wave” e l’obiettivo è quello di verificare il rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, oltre che le autorizzazioni e le concessioni marittime da parte delle strutture ricettive locali.

I primi esiti in tal senso arrivano dalla costa ionica dove i Carabinieri Forestale di Davoli, il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catanzaro e personale della Guardia Costiera di Soverato, hanno controllato due stabilimenti balneari sul lungomare soveratese appurando per uno dei due l’occupazione abusiva di suolo demaniale, con la costruzione senza autorizzazioni di strutture a servizio dei lidi ed in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, per cui il titolare e gestore è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.

Nello stesso contesto sono stati poi accertati l’impiego di otto lavoratori in nero, il mancato aggiornamento della SCIA per l’esercizio attività di ristorazione e la detenzione di prodotti alimentari senza tracciabilità, con il sequestro di diversi kg di prodotti.

Nel complesso sono stati contestati illeciti amministrativi per un importo totale pari a oltre 42 mila euro, procedendo contestualmente al sequestro dell’aerea che era senza la prevista autorizzazione.

A Soverato è stata anche controllata un’impresa edile il cui titolare è risultato senza l’autorizzazione unica ambientale (la AUA) da richiedere e rilasciata dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro.

In particolare, l’area di 4mila metri quadri, che è stata sottoposta a sequestro, era adibita a deposito incontrollato di manufatti in calcestruzzo, senza impermeabilizzazione del terreno senza sistemi di convogliamento e smaltimento dei reflui. Per questo il titolare è stato sanzionato amministrativamente per un ammontare di 3mila euro.

Accertamenti successivi effettuati presso il Comune hanno fatto emergere che, un terreno della superficie di circa 5400 metri quadrati, coltivato ad ortaggi ed attrezzato con serre scoperte ed impianto di irrigazione a goccia collegato ad un pozzo per l’estrazione dell’acqua dal sottosuolo, adiacente a quello dove sono stati rinvenuti i manufatti in cemento, era stato destinato indebitamente ad attività agricola in difformità a quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente. Infatti, quel suolo, per il Piano Regolatore Generale, ricade in zona DA, ovvero per impianti Industriali ed Artigianali.

L’amministratore e legale rappresentante dell’Impresa è stato pertanto deferito in stato di libertà alla Procura di Catanzaro per le ipotesi di reato di inosservanza delle norme e prescrizioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici e per scarico di reflui derivanti dalla attività di colture in serra in assenza di autorizzazione.

Con la Compagnia Carabinieri di Catanzaro e la task force “Wave”, sono stati controllati due stabilimenti balneari ubicati sul lungomare di Catanzaro lido e un camping di Borgia.

È stata così denunciata la titolare del camping poiché si è riscontrata l’occupazione di un’area, adibita a camping e campi sportivi, ricadente in parte sul demanio marittimo ed in area sottoposta a vincolo paesaggistico, senza alcuna autorizzazione.

Sono state anche elevate sanzioni amministrative ai due stabilimenti balneari, da 2.500 euro complessi, per carenze igienico sanitarie con col contestuale sequestro di circa 18 kg di prodotti ittici e la sospensione del deposito alimenti non autorizzato; oltra a 1.032 euro per carenze in materia balneare (assenza di boe e cassette di pronto soccorso).