Tentato omicidio Manzi: Morello è innocente, la Cassazione scrive la parola fine

Cosenza Cronaca

I giudici della Cassazione che hanno rigettato il ricorso proposto dal Procuratore Generale contro la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro che nel febbraio 2022 aveva prosciolto Carmine Morello, insieme ad un altro coimputato, del tentato omicidio aggravato dalle finalità mafiose di Antonio Manzi.

Secondo la ricostruzione accusatoria, non condivisa dalla Corte di Appello del capoluogo prima e definitivamente dalla Suprema Corte ora, i due sarebbero stati gli esecutori materiali dell’agguato, avvenuto a Rossano il 26 dicembre del 2002, in danno di Manzi, alias “Tom Tom”, che secondo l’accusa, aveva tentato di opporsi all’ascesa criminale di Nicola Acri, ora collaboratore di giustizia.

Crolla dunque il teorema, sostenuto da ben quattro collaboratori di giustizia e dallo stesso Acri che, collegato in videoconferenza dalla località protetta, aveva ripercorso gli episodi oggetto del processo e confermato le ipotesi accusatorie in merito al tentato omicidio Manzi.

Le decisioni assunte dal Gip distrettuale antimafia e dalla Corte di Appello in prima battuta, avevano optato per la responsabilità penale di Morello: condanna annullata una prima volta dalla prima sezione della Corte di Cassazione che, condividendo le osservazioni difensive, aveva ritenute le decisioni precedenti lacunose ed insoddisfacenti”, invitando il giudice del rinvio ad una nuova rivalutazione del quadro istruttorio.

Rimesso il processo ad altra sezione della Corte di Appello la stessa, dopo aver proceduto ad un nuovo ascolto di vari collaboratori di giustizia tra cui ancora Nicola Acri, ha assolto Carmine Morello ed il coimputato dal fatto omicidiario, decisione che però non è stata condivisa dal Procuratore Generale che ha fatti ricorso per una nuova rivalutazione del processo alla Cassazione che, al termine di una lunga camera di consiglio respingendo il ricorso, ha oggi messo fine alla vicenda giudiziaria in senso positivo per l’imputato.

L'operazione “Stop” (QUI), istruita dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, prese le mosse dal maxiprocesso “Ombra” e venne portata a termine nel giugno 2013 (QUI).

Tra le principali ipotesi accusatorie, l’esistenza di una associazione che, secondo gli inquirenti, si sarebbe ingerita nell’imprenditoria di tutta l’area della provincia di Cosenza e anche altrove, in particolare: nel settore della distribuzione di caffè torrefatto e prodotti derivati, nel settore degli appalti di servizi di vigilanza, nella distribuzione di prodotti da forno e di altri generi alimentari, nel noleggio di videogiochi di genere illecito e non, con la costituzione di una serie di imprese che avrebbero, ‘ndranghetisticamente, assunto posizioni di monopolio, costituite e continuamente finanziate col provento dei crimini organizzati ed eseguiti dall’associazione.

“Dopo 10 anni di processi e ben 5 sentenze posso affermare, senza tema di smentita processuale, che Carmine Morello è stato ingiustamente accusato del tentato omicidio di Antonio Manzi. In questo momento di alta soddisfazione professionale il mio ricordo va a Simona, purtroppo non è più tra noi, che ha, in tutti questi anni, con attenzione e competenza, seguito la battaglia processuale del marito» ha commentato il legale di Morello, l'avvocato Ettore Zagarese.