‘Ndrangheta: Corte d’Appello conferma condanna a boss Leone Soriano

Vibo Valentia Cronaca
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La Corte d'Appello di Catanzaro ha confermato la condanna nei confronti di Leone Soriano, 40 anni, presunto boss dell'omonima cosca di Filandari, il comune del vibonese dove risiede. Leone Soriano dovra' pertanto scontare sei anni di reclusione per l'accusa di estorsione aggravata dalle modalita' mafiose. La decisione dei giudici sostanzialmente conferma la validita' delle accuse mosse nei suoi confronti dal pm Marisa Manzini. Al centro della vicenda che lo vede coinvolto, vi sono secondo la Dda di Catanzaro, una serie di intimidazioni che avrebbero portato i titolari dell'impresa edile "Grasso srl" a piegarsi alla volonta' del clan Soriano. Le indagini sono scattate nel 2008, quando l'auto della madre di uno dei proprietari dell'azienda venne incendiata. Grazie alle intercettazioni gli investigatori sono risaliti al mandante delle intimidazioni. Non solo, ma secondo l'impianto accusatorio venne anche consumato ai danni del Grasso l'esplosione di un ordigno nel cantiere. Dalle intercettazioni dei carabinieri e' venuto fuori lo stato di frustrazione e paura cui erano sottoposti i titolari dell'impresa edile, che tra l'altro era appaltatrice di alcuni lavori per l'autostrada A3. E non si sarebbe trattato solo di denaro. I Grasso sarebbero stati costretti anche a rifornirsi in aziende riconducibili ai Soriano, malgrado la bassa qualita' dei materiali che dovevano acquistare.