Carceri: Oliverio e Corbelli incontrano giovane donna rumena
"Cara Alexandrina, nel giorno della Festa della mamma, ti prometto, a te, giovane sfortunata mamma, privata, da un destino crudele, dell'affetto dei suoi tre bambini, che non mi fermero' un istante sino a quando non sarai scarcerata e non sara' scritta la parola fine a questa grande ingiustizia e inaudita disumanita' nei tuoi confronti. Oggi Diritti Civili non e' piu' solo a combattere per te. Il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che ringrazio per aver accolto il mio appello e per la sensibilita' dimostrata, si e' recato oggi, insieme a me, nel carcere di Castrovillari e ha potuto incontrarti e parlarti. Ha potuto constatare personalmente il grande dramma che stai vivendo. Presto dovrai essere scarcerata e potrai cosi' recarti in Romania a portare un fiore sulla tomba dei tuoi tre bambini che la tua mamma sta sistemando nella piccola cappella del cimitero della tua cittadina. Sappi che ti restero' sempre vicino. La tua tragedia mi ha profondamente colpito e dal momento del tuo arresto, oramai ininterrottamente da dieci giorni, ho iniziato a lottare, a denunciare la crudelta' e a chiedere per te un atto di giustizia giusta e umana: la tua immediata scarcerazione". E' il messaggio e la promessa, "fatti con grande partecipazione e profonda commozione", del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, alla giovane donna rumena, Alexandrina Natalina Lacatus, 24 anni, arrestata martedi' 26 aprile dai carabinieri di Corigliano e rinchiusa nel carcere di Castrovillari, in esecuzione di un mandato di cattura per omicidio colposo per la morte dei suoi tre figlioletti, di tre, due e un anno, avvenuta, il 28 dicembre 2008, durante un incendio sviluppatosi per cause accidentali". Corbelli parla di "un atto di grande ingiustizia nei confronti di una donna gia' cosi' duramente colpita da un destino terribile per la morte dei suoi tre figli", chiede alle "autorita' preposte di aiutare questa donna, per evitarle la inaccettabile ingiustizia e disumanita' del carcere. Un Paese civile non puo' restare inerme e silente di fronte alla immane tragedia e alla grande ingiustizia di una povera donna che dopo avere subito la perdita dei suoi tre figlioletti, a causa di un incendio, viene adesso anche arrestata mentre si trova in Italia per lavorare e poter sopravvivere. Continuero' ogni giorno a combattere per porre fine a questa grande ingiustizia e autentica barbarie. Solo quando Alexandrina avra' lasciato il carcere finira' la mia missione".