L’allarme Ona: epidemia nell’area ex Pertusola Crotone-Cassano-Cerchiara, aumento di neoplasie
Un elevato indice di mortalità riferito al Sin, il Sito di Interesse Nazionale, dell’ex Pertusola, ovvero l’area di Crotone-Cassano-Cerchiara, nella quale si rileva la presenza di metalli pesanti, composti inorganici e organici, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione a elevato contenuto di radioattività, con elevati indici di patologie asbesto correlate tra coloro che sono stati impiegati nei diversi stabilimenti.
Il dato lo registra l’Ona, l’Osservatorio Nazionale Amianto, ricollegandosi al sesto rapporto del Progetto Sentieri - lo studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento, finanziato dal Ministero della Salute e pubblicato il 29 marzo scorso – che evidenzia un riscontro specifico a quelli che sono i dati rilevati dall’Ona sui maggiori rischi di mortalità per malattie croniche.
Ad accendere i riflettori il caso dell’Ingegnere Francesco Fabiano, tutelato legalmente dal Presidente dell’Osservatorio, Ezio Bonanni, che assiste anche altre vittime, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Crotone perché si faccia piena luce su questi fenomeni ed anche sulla sua malattia, un mieloma multiplo ed emangioendotelioma composito, partendo dall’impatto ambientale sulla comunità che la Pertusola riveste, andando ben oltre gli ex dipendenti che hanno lavorato metallurgia fino alla chiusura dello stabilimento nel 1999.
L’ingegnere, attualmente in cura presso l’oncologo Pasquale Montilla che, per conto dell’associazione, ha svolto anche delle indagini su base epidemiologica, oncologica e tossicologica, ha vissuto per più di dieci anni nella città di Crotone venendo così esposto ad agenti chimici tossici prodotti dall’industria metallifera.
Nel 2016, grazie all’approccio multidisciplinare condotto dai sanitari dell’Ona, che hanno esteso la loro azione di tutela delle vittime di mesotelioma e di altri cancri di amianto anche a tutte le neoplasie, riceve la sua prima diagnosi di mieloma multiplo, un tumore che colpisce le cellule del sistema immunitario; poi, alla fine del 2022, è vittima di una seconda neoplasia altamente aggressiva, l’emangioendotelioma composito, una tipologia di sarcoma.
Dall’indagine clinica di Montilla, che ha coniugato il dato onco-tossicologico sommando le segnalazioni giunte all’Ona, e le rilevazioni del medico legale, Arturo Cianciosi, competente in medicina del lavoro, emergerebbe che in queste ultime settimane, ci sia un fenomeno epidemico che riguarda le patologie connesse all’esposizione ambientale da agenti patogeni e cancerogeni, da amianto e da metalli pesanti, che sarebbe dimostrata anche dai risultati delle analisi effettuate su campioni di urina della vittima, che presentano diversi valori superiori al limite di soglia.
“La fosforite e i prodotti di scarto nei processi di lavorazione industriale, come accaduto per la ex Pertusola, presentano una tipica concentrazione di metalli tossici contaminanti: uranio, torio, radio, piombo, zinco” spiega Montilla, che sottolinea come “la fosforite, trattata ad alte temperature in altoforno, produce isotopi di polonio in forma di gas. Inoltre, dalla catena di decadimento dell’uranio, si ha la formazione di radon, un gas nobile estremamente pericoloso e cancerogeno per l’uomo”.
La bonifica della zona è stata predisposta già nel 2010 e, ad oggi, è ancora in corso e, nonostante l’identificazione del Sin a elevato impatto ambientale e i dati provenienti dai reparti oncologici, manca la sorveglianza sanitaria con screening onco-tossicologici e analisi biomolecolari mirate, dei pazienti potenzialmente contaminati.
“È indispensabile bonificare con urgenza per ridurre il rischio di esposizione dei cittadini (prevenzione primaria) – denuncia l’avvocato Bonanni - ma è necessaria anche la sorveglianza sanitaria per coloro che sono stati già esposti, insieme alle corrette tutele previdenziali e risarcitorie. Auspico che siano sempre meno i contenziosi giudiziari a cui sono costretti vittime e familiari per il riconoscimento dei propri diritti”.