Diciotto anni fa l’omicidio Fortugno: “la ‘ndrangheta si debella con una reazione corale”
Esattamente 18 anni fa si consumava uno dei delitti che forse più di tutti sono rimasti impressi nella memoria collettiva dei calabresi. Era infatti il 16 ottobre del 2005 quando cinque colpi di pistola misero fine alla vita di Franco Fortugno (QUI), medico ed allora vice presidente del Consiglio regionale.
Qualcuno, incappucciato, lo attese davanti ad un simbolo democratico, ovvero l’ingesso di un seggio elettore a palazzo Nieddu del Rio, città di Locri, provincia di Reggio Calabria: quel giorno - forse scelto non a caso - si celebravano le prime elezioni primarie della storia del centrosinistra, quelle dell’Ulivo.
Un assassinio, quello di Fortugno, che non rimase silente: l’indignazione e, soprattutto, la rabbia salirono tra i calabresi (e non solo) tanto da portarne migliaia per strada, in una lunga marcia in ricordo del politico, tutti in fila dietro ad uno striscione dalla frase emblematica: “ammazzateci tutti”.
MANCUSO: NO A RITUALE FREDDO
Ed a distanza di quasi un ventennio, anche oggi la regione si risveglia nella memoria dei quell’efferato delitto. Lo fa partendo col presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso che parla di un ricordo che non debba essere “rituale e freddo”, ma “caratterizzato dalla convinzione che la criminalità organizzata, anche grazie alla solidità etica e alla fermezza istituzionale di politici come il vicepresidente … assassinato dalla ‘ndrangheta … può e deve essere debellata”.
“Costituisce un disvalore assoluto - afferma ancora Mancuso - che va contrastato non soltanto con l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura, a cui non finiremo mai di essere grati per l’impegno quotidiano che dispiegano, ma anche attraverso una reazione vigorosa, coraggiosa e sempre più corale di tutta la società civile”.
Per il presidente del Consiglio Regionale, dunque, “spetta a tutti noi, adoperarci con coerenza e determinazione, affinché il lascito politico, morale e civile di Franco Fortugno permei ancor di più le Istituzioni pubbliche e sia conosciuto dalle nuove generazioni. A Maria Grazia Laganà e ai suoi figli rinnovo, a nome dell’Assemblea legislativa la cui Aula è intitolata a Franco Fortugno, i sentimenti più sinceri di vicinanza e solidarietà”, conclude Mancuso.
OCCHIUTO, RAFFORZARE LEGALITÀ E STATO DI DIRITTO
“A 18 anni dall’assassinio … la Calabria ha il dovere non solo di commemorare un uomo onesto, ma anche di rafforzare quotidianamente le ragioni della legalità e dello Stato di Diritto” ha invece commentato il presidente della Regione Roberto Occhiuto, anch’egli intervenendo in ricordo dei Fortugno.
“Quell’omicidio - ha aggiunto il governatore - fu una brutale intimidazione all’intera collettività calabrese: colpiva tutti noi perché colpiva la democrazia. Per questo dobbiamo coltivare la memoria, e non dimenticare”.
“Tocca a ciascuno di noi, cittadini, corpi intermedi e istituzioni, fare in modo che il suo sacrificio non sia stato vano, e che il nome di Francesco Fortugno venga sempre onorato” ha concluso Occhiuto.