Viceministro Cirielli a Crotone: “strage di Cutro? Colpa di Turchia, Grecia, Frontex e scafisti”

Crotone Politica
Da sinistra: Francesco Sibilla, Edmondo Cirielli e Mario Spanò

Ha fatto tappa a Crotone il viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia, su invito di Confindustria per approfondire i temi, i programmi e le attività promosse dalla Farnesina nel campo della cooperazione internazionale.

Diversi i punti trattati nel corso dell’incontro, tenutosi stamattina moderato dal giornalita Francesco Sibilla, che ha visto la partecipazione del presidente di Confindustria Crotone, Mario Spanò.

Quest’ultimo, introducendo l’incontro, ha ringraziato il rappresentante del governo Meloni per aver accettato l’invito ed ha illustrato le potenzialità del territorio crotonese, ma anche ciò di cui ha bisogno.

Spanò ha accennato ad un tessuto economico variegato, alle necessità di avere maggiori infrastrutture e che si rinsaldi il rapporto per imprese e territorio per fronteggiare il grave fenomeno dello spopolamento e per avviare un processo di crescita.

Il viceministro, infatti, ha parlato del fenomeno migratorio, attribuendo le colpe della strage dei migranti di Cutro “alla Turchia che ha fatto partire una nave senza controllo, dalla Grecia che non è intervenuta a vigilanza, da Frontex che non ha fatto bene il suo dovere e agli scafisti hanno fatto una brusca manovra facendoli morire”.

Ha sottolineato, poi, che “è dimostrato statisticamente che più aumentano le partenze illegali nel Mediterraneo, più ci sono morti”; a suo parere, poi, l’obiettivo che deve avere l’Italia è quello diimpedire partenze illegali”.

L’immigrazione è, per il vice ministro, "un fenomeno da gestire con flussi legali e bisogna puntare a stroncare le organizzazioni criminali che consentono il traffico delle persone, sfruttando economicamente la loro disperazione".

Cirielli ha sottolineato anche che "l'Africa è un grande continente ricco di risorse, di materie prime, di possibilità di approvvigionamento energetico e per questo fa gola a molti, a partire dall’Occidente, ma anche a Cina e Russia".

Le politiche messe, a suo dire, in atto dal governo mirano a "far crescere l'Africa con infrastrutture, valorizzando il capitale umano, in cambio delle risorse che possono servire all’Italia".