Detenuto pestato in carcere: agenti assolti, Procura presenta appello
Dopo il proscioglimento, dello scorso settembre, a carico di sei agenti della penitenziaria accusati di aver picchiato un detenuto all’interno del carcere di Reggio Calabria (QUI), la Procura del capoluogo dello Stretto ha presentato appello contro la decisione che era stata assunta a fine settembre scorso dal Gup Vincenzo Quaranta (QUI).
Agli indagati si contestavano i reati di tortura e lesioni personali aggravate: secondo l’accusa, nel gennaio del 2022, avrebbero pestato all’interno della struttura detentiva, Alessio Peluso (QUI), 30enne napoletano ritenuto esponente di spicco della Camorra.
A settembre, al termine dell’udienza preliminare, il giudice aveva rinviato a giudizio otto imputati: sei agenti della penitenziaria, tra cui il comandante Stefano La Cava, un medico ed un infermiere del carcere.
Il Gup aveva però disposto il non luogo a procedere per altri sei agenti, ovvero Alessandro Gugliotta, Carmelo Vazzana, Diego Ielo, Angelo Longo, Stefano Munafò e Antonino Biondo, che secondo il magistrato avrebbero preso parte al pestaggio “ma solo con una presenza passiva e non partecipativa alle azioni violente”.
Nella sentenza lo stesso giudice aveva evidenziato che gli agenti allora prosciolti non avessero compiuto “in alcun momento, atti di violenza ai danni del detenuto Peluso”.
Come accennavamo, dunque, avverso questa sentenza, il procuratore Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Stefano Musolino e il sostituto Sara Parezzan, hanno ora ha presentato ricorso alla Corte d’Appello chiedendo di dichiarare nullo il provvedimento del gup e che i sei vengano rinviati a giudizio. Per la Procura, la stessa sentenza difetterebbe dell’indicazione della formula di proscioglimento.