Cutro, l’allarme dei sindacati: “La biomasse rischia la chiusura”
"Stanno vivendo momenti di giustificata apprensione i dipendenti della centrale di produzione elettrica a biomassa Serravalle Energy di Cutro. Per le note vicende giudiziarie che hanno interessato nei mesi scorsi i vertici dell’azienda, la centrale è attualmente in regime di amministrazione giudiziaria, e quest’anno ha registrato, come tutti gli altri impianti di analoga tipologia, un andamento altalenante sotto il profilo della produzione e degli utili di produzione". Lo denunciano in una nota i segretari regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, rispettivamente Francesco Gatto, Francesco Timpano e Vincenzo Celi.
"L’inizio del 2024, grazie alla riattivazione degli incentivi statali previsti proprio per gli impianti alimentati a biomassa, avrebbe dovuto rappresentare il momento della ripresa, in un contesto di maggiore tranquillità per i lavoratori diretti e per quelli dell’indotto. Non si tratta di bruscolini. In termini numerici si parla di oltre un centinaio di posti di lavoro che da qui a poco potrebbero perdersi, in un territorio complicato e difficile" proseguono i sindacalisti. "La tegola ulteriore per la centrale di Cutro è arrivata sotto forma di comunicazione del GSE (il Gestore dei servizi energetici), che in buona sostanza, esercitando una propria prerogativa di controllo, e richiamando la vicenda giudiziaria in corso, ha ufficializzato il blocco del riconoscimento degli incentivi (“sospensione in via cautelativa”) almeno fino all’esito del processo penale di primo grado, avviando nel contempo una fase di verifica di tutta una serie di documenti che riguardano periodi anche antecedenti, e non di poco, al periodo temporale interessato dalle indagini".
"Per gli addetti ai lavori è risaputo che un impianto a biomasse, senza il supporto incentivante dello Stato, non è sostenibile economicamente. E se dovesse perdurare questo stato di cose, il destino per la centrale di Cutro è segnato. In una riunione convocata in Confindustria a Crotone lunedi scorso (20 novembre), gli amministratori giudiziari hanno prospettato la grave situazione alle segreterie regionali di categoria oltre che alle rsu di sito. In un passaggio del verbale di incontro si legge chiaramente che laddove non si giunga ad una positiva soluzione della vicenda, l’impresa si troverà costretta ad attivare le procedure di licenziamento collettivo per la totalità della forza lavoro, stante l’impossibilità di prosecuzione dell’attività produttiva nel suo complesso" proseguono nella nota.
"Forti preoccupazioni sono emerse anche nel corso dell’assemblea con i lavoratori che si è tenuta giovedì all’interno della centrale" ricordano in conclusione. "Amministrazione giudiziaria e segreterie regionali di categoria hanno investito ufficialmente della problematica la Prefettura di Crotone, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo di confronto che possa contribuire a disegnare un quadro risolutivo della vertenza, che può passare soltanto da una diversa posizione del GSE".