Centrale a Biomasse di Cutro, sindacati: altro colosso via dalla Calabria
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato/lettera sulla vertenza Centrale a Biomasse di Cutro sottoscritto/a unitariamente dalle OO.SS Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil di Crotone dal titolo “Un altro colosso industriale italiano si appresta ad abbandonare la Calabria”:
"Negli ultimi 20 anni in Calabria abbiamo assistito inesorabilmente alla lenta defezione di pezzi importanti di produzione industriale e all' inarrestabile abbandono del territorio da parte di grandi Colossi (Eni- Enel- Italcementi, Eo.N etc etc) che dopo aver goduto per intero di importanti incentivi ed agevolazioni di diversa natura, concessi loro nell’intento di ridare ossigeno vitale al nostro territorio, hanno deciso di destrutturare, cedere o chiudere gli insediamenti simbolo per anni di laute fortune economiche.
Oggi un altro Colosso Industriale Italiano il “Gruppo Marcegaglia,” proprietario della Centrale a biomasse di CUTRO, si aggiunge alla lunga lista ed è prossimo ad abbandonare la Calabria dopo quasi 15 anni di onorata presenza, apprestandosi a cedere l' impianto ad un ‘imprenditore locale e motivando la propria scelta sulla base delle mutate condizioni legislative e di incentivazione intervenute dopo la fine del CIP 6 che nel corso del tempo si sono ristrette e deteriorate fino al punto di non permettere più di garantire margini per l’impianto di CUTRO.
La preoccupazione delle Maestranze e dei lavoratori dell’impianto ETA di Cutro resta altissima, motivata dal presupposto logico per cui se la stabilità di esercizio dell’impianto e la sua continuità non sarebbero ormai più garantite dal Gruppo Marcegaglia non si intuisce come un altro soggetto imprenditoriale, peraltro di minore entità, possa invertire la rotta o trovare la soluzione a queste insormontabili problematiche riuscendo a rendere attivo il risultato commerciale senza ricorrere a strumenti che vadano ad incidere sugli attuali livelli occupazionali.
A questa domanda ed ad altre, riteniamo si debbano dare delle risposte certe e concrete, perché dietro ogni scelta, seppur riconosciuta come prerogativa imprenditoriale, ci sono donne e uomini con capacità ed intelligenze, una comunità onesta e laboriosa che difficilmente riuscirà ad avere nuove esperienze e nuove opportunità di riscatto.
Per queste sintetiche, ma preoccupanti ragioni invitiamo le forze sane di questa nostra terra, le Istituzioni, le parti sociali, la politica e i soggetti che a vario titolo possono concorrere all' obiettivo di arrestare questo declino, di intervenire fattivamente con azioni concrete che possono strutturalmente cambiare verso in direzione del consolidamento dei siti produttivi presenti nei vari settori dell' economia calabrese e lavorare per creare le condizioni per svilupparne altri."