Processo in Vaticano: condannato il cardinale Becciu, quasi due anni ad avvocato calabrese

Crotone Cronaca

Si è chiuso oggi pomeriggio nella città del Vaticano il processo di primo grado sugli investimenti a Londra della Segreteria di Stato al termine del quale il presidente del Tribunale della Santa Sede, Giuseppe Pignatone, ha condannato a 5 anni e mezzo di reclusione il cardinale Angelo Becciu, per il quale nel luglio scorso il Promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi aveva chiesto invece 7 anni e tre mesi di carcere.

Oltre a Becciu, ex sostituto per gli Affari generali e già prefetto per le Cause dei santi (carica della quale tre anni fa fu privato da Papa Francesco insieme alle prerogative del cardinalato) al centro dell’inchiesta con l’accusa di peculato, abuso d'ufficio e subornazione di testimone, sono stati condannati anche l’ex dipendente della segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi (7 anni e mezzo di reclusione); il banchiere Enrico Crasso (7 anni e 10 mesi); i broker Raffaele Mincione (5 anni e 6 mesi) e Gianluigi Torzi (6 anni); la sedicente agente di intelligence Cecilia Marogna (3 anni e 9 mesi) e Nicola Squillace (1 anno e 10 mesi, sospesi), noto avvocato 59enne di origini calabresi, esattamente di Crotone.

Assolto invece monsingor Mauro Carlino, anch’egli ex dipendente della segreteria di Stato Vaticana; mentre il presidente e il direttore dell'allora Aif, l’organismo antiriciclaggio della Santa Sede, René Brulhart e Tommaso Di Ruzza, sono stati entrambi condannati a una multa di 1750 euro ciascuno, condanna più lieve solo per omessa denuncia.

Tutte le pene sono state comminate insieme all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, tranne per Marogna per la quale è stata decisa l’interdizione temporanea.

Le vicende sui cui è stato improntato il processo riguardano la compravendita del Palazzo di Sloane Avenue a Londra, il denaro inviato alla diocesi di Ozieri come offerta per progetti caritativi e il tentativo di liberazione di una suora colombiana rapita in Mali gestito attraverso Marogna, a sua volta accusata di aver utilizzato i fondi messi a sua disposizione per spese personali, anziché per quello scopo. Il difensore di Becciu, l’avvocato Fabio Viglione, ha preannunciato appello.