Vittima di stupro: pressioni per ritrattare, invitata anche al suicidio. Arrestati i familiari

Reggio Calabria Cronaca

Dopo aver subito una violenza sessuale avrebbe anche subito le pressioni e le vessazioni, ripetute, di alcuni suoi stessi familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai rispettivi compagni, contrari alla scelta della giovane di denunciare quanto accaduto, avrebbero tentato costantemente di ostacolarne la collaborazione con gli investigatori, provando in svariati modi a farle ritrattare quanto già dichiarato davanti all’Autorità Giudiziaria.

Una vicenda che - se conformata ovviamente nella aule giudiziarie - sarebbe veramente triste: la ragazza, secondo quanto riferito dagli inquirenti, sarebbe stata finanche invitata a suicidarsi. In un’altra situazione, dopo aver disattivato la scheda telefonica della ragazza simulandone lo smarrimento, i familiari avrebbero anche tentato di costringerla a sottoporsi ad una visita psichiatrica, con l’intento di ottenere una certificazione medica che attestasse la sua incapacità di intendere e di volere, e così rendendone inutilizzabili ed inattendibili le dichiarazioni.

A ricostruire i fatti sono stati gli uomini del commissariato di Polizia di Palmi che, coordinati dalla Procura locale, diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti, hanno proseguito le investigazioni relative alla Operazione Masnada(QUI), inchiesta che nel novembre scorso aveva individuato una ventina di soggetti, anche minori, accusate appunto a vario titolo di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di due vittime anch’esse minorenni, ed alcuni dei quali parenti di vari esponenti di vertice delle cosche di ‘ndrangheta locale.

Nel prosieguo delle indagini gli agenti hanno quindi scoperto queste presunte “pressioni” su una delle due ragazze e stamani hanno arrestato e messo ai domiciliari due uomini e due donne, appunto i familiari della giovane, che dovranno rispondere in concorso di violenza o minaccia per costringere a commettere reato e di intralcio alla giustizia.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate anche delle perquisizioni personali e locali che hanno consentito di sequestrate dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari.