Maxi frode sulle polizze PosteVita: una quarantina gli indagati, anche in Calabria
Sei persone sono state arrestate dalla Polizia che ritiene di aver smantellato un’organizzazione criminale che avrebbe operato principalmente tra la Campania ed il Lazio che avrebbe “aggredito” le polizze assicurative del Ramo Vita di Poste Italiane, ottenendone la riscossione fraudolenta al posto dei legittimi titolari.
L’operazione, denominata “Insider”, arriva al termine di una complessa e articolata attività di indagine, condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale del Lazio, coordinato a sua volta dal Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, e diretta dalla Procura di Napoli, in particolare dai Sostituti Ciro Capasso e Claudio Orazio Onorati, con il coordinamento di Vincenzo Piscitelli.
All’attività ha preso parte anche il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Reggio di Calabria, oltre a quelli di Roma, Bologna, Napoli, Torino, che hanno eseguito le sei ordinanza cautelari, sia in carcere che ai domiciliari, ma anche quindici perquisizioni, denunciando in stato di libertà altri 39 presunti partecipanti all’organizzazione criminale e mettendo in sicurezza circa 3,5 milioni di euro dei risparmiatori. In totale sono state però 49 le perquisizione effettuate.
L’indagine è scattata da alcune denunce sporte da titolari di polizze vita stipulate con Poste Italiane, che si erano visti defraudati dei loro risparmi. All’inchiesta ha collaborato anche l’ufficio Fraud Management della società, che ha svolto delle indagini ispettive interne.
Gli investigatori hanno così documentato la riscossione fraudolenta di polizze per un totale di un milione e mezzo di euro, mentre la collaborazione con l’ufficio anti frodi delle Poste ha permesso inoltre di sventare numerosi tentativi di incassarne illegalmente per un importo di tre milioni e mezzo, che l’organizzazione criminale stava pianificando ed attuando.
La Polizia Postale, attraverso delle classiche attività come i pedinamenti e gli appostamenti, ma anche grazie alle intercettazioni telefoniche condotte per oltre 7 mesi, così come con l’uso di strumenti tecnologici all’avanguardia con cui ha analizzato i contenuti dei dispositivi informatici sequestrati agli indagati nel corso delle perquisizioni, è riuscita ad individuare il presunto capo della struttura, un pregiudicato napoletano che avrebbe supervisionato tutta l’attività, dall’aggressione iniziale dei titoli assicurativi di PosteVita al riciclaggio dei proventi illeciti.
Nel frattempo, gli investigatori hanno accertato l’esistenza di numerosi altri componenti del gruppo criminale, consentendo di delinearne i differenti ruoli e compiti, dalla compartecipazione alla riscossione delle polizze, anche presentandosi personalmente presso gli sportelli degli uffici postali campani e laziali, alla divisione dei proventi, con l’acquisto di beni e di valori di provenienza illecita.
Determinante è risultato il coinvolgimento di quattro dipendenti di Poste Italiane, definiti come degli “insider” che secondo gli inquirenti, accedendo abusivamente agli archivi aziendali, avrebbero fornito informazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti e sulle modalità più idonee per riscuoterle ai danni degli ignari correntisti; informazioni che si sono rivelate determinanti per il perfezionamento delle frodi.