Corruzione: arrestato presidente tribunale di Imperia
Il presidente del Tribunale di Imperia, Gianfranco Boccalatte, è stato arrestato, stamattina, nell'ambito della vasta inchiesta per corruzione e millantato credito che nei mesi scorsi ha già visto finire in carcere il suo autista, Giuseppe Fasolo. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal procuratore Caselli, di Torino, competente per territorio a decidere sui magistrati della Liguria, ci sarebbero alcuni favori resi a personaggi legati alla malavita. Oltre al Presidente del Tribunale di Imperia finito agli arresti domiciliari, il Gip del Tribunale di Torino ha poi emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per il suo autista, Giuseppe Fasolo. Inoltre, sono finiti in carcere anche due calabresi ritenuti vicini alla malavita, i quali avrebbero beneficiato secondo il castello accusatorio, dei favori del giudice e del suo autista. In particolare si parla di attenuazioni delle misure di prevenzione, che venivano disposte da Boccalatte in qualità di presidente del Tribunale. Ma i due calabresi, secondo gli inquirenti, non sarebbero gli unici ad aver beneficiato di favori. Al momento non risulterebbero i nomi di altre persone nel registro degli indagati. A Fasolo che già si trova in carcere a Torino, l'ordinanza e' stata notificata in cella. Dalla ricostruzione degli inquirenti, sembra che Fasolo avesse il ruolo di intermediario tra gli 'amici' legati alla malavita e il giudice chiamato a decidere sulle loro sorti. Sarebbe stato lui a garantire a queste persone, che tramite l'intercessione del giudice, avrebbero potuto ottenere dei favori. L'inchiesta per corruzione in atti giudiziari e millantato credito era stata avviata nei mesi scorsi. Il presidente del Tribunale di Imperia, Gianfranco Boccalatte, arrestato questa mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo, e' accusato anche di millantato credito. Nelle sue vesti di presidente del Tribunale, secondo il castello accusatorio, Boccalatte avrebbe concesso un affievolimento delle misure di prevenzione nei confronti dei due calabresi Nicola Sansalone e Leonardo Michele Andreacchio, di 62 e 50 anni, entrambi originari della provincia di Reggio Calabria. In questo caso, parliamo di corruzione in atti giudiziari. Il millantato credito nasce dal fatto che Boccalatte avrebbe promesso anche favori presso il Tribunale di sorveglianza per quanto attiene la libertà vigilata. Gli investigatori sembrano sicuri del fatto che i due calabresi non sono gli unici beneficiari dei favori del giudice.