Giudice arrestato per corruzione, doveva testimoniare in processo
Avrebbe dovuto testimoniare, questa mattina ad un processo, ma l'udienza e' slittata per 'legittimo impedimento': il presidente del tribunale di Imperia Gianfranco Boccalatte, che ieri e' stato messo agli arresti domiciliari, nell'ambito di una inchiesta per corruzione in atti giudiziari e millantato credito, che ha portato in carcere altre 3 persone: il suo ex autista Giuseppe Fasolo, gia' detenuto a Torino, per fatti relativi alla stessa inchiesta e due malavitosi calabresi, Nicola Sansalone e Leonardo Michele Andreacchio, considerati questi ultimi due i beneficiari di alcuni 'favori' del giudice. Oggi, tuttavia, Boccalatte avrebbe dovuto riferire circa alcune telefonate partite dal suo ufficio ed effettuate, cosi' pare, dall'imprenditore Francesco Mazza, a processo per il tentato sequestro di persona dell'ex moglie. Secondo gli inquirenti, Mazza avrebbe progettato il sequestro della donna, scappata in Moldavia, nel suo paese di origine. Alcune telefonate, inerenti l'indagine, sarebbero partite dall'ufficio del giudice, all'epoca in cui era presidente del tribunale di Sanremo. Mazza, davanti al tribunale, ha riferito di essere legato da un rapporto di conoscenza con Boccalatte. Secondo Mazza, pero', il suo progetto non era quello di rapire la ex moglie, ma di salvarla da alcuni misteriosi aguzzini che l'aveva o rapita e trattenuta all'estero. In tutto questo contesto, Boccalatte avrebbe dovuto fungere da garante nelle trattative per riportare la donna in Italia. L'udienza e' stata rinviata al prossimo 28 ottobre.