Roghi tossici nel mercato ortofrutticolo: dietro c’era una “mente”, sette indagati

Reggio Calabria Cronaca

Un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto, una vasta zona ricolma di rifiuti che spesso venivano dati alle fiamme provocando colonne di fumo certamente maleodoranti ma, soprattutto, pericolose per i cittadini.

Teatro della “barbarie” l’area in cui insiste l’unico mercato ortofrutticolo di Reggio Calabria. Numerose, nel tempo, le segnalazioni allarmate arrivate ai Carabinieri da parte di diversi residenti nella zona sud del capoluogo, evidentemente stanchi della presenza “ingombrante” di rifiuti nei pressi delle loro abitazioni e dei roghi tossici generati dall’incendio degli stessi.

E da qui sono scattate le indagini - iniziate a marzo dell’anno scorso e conclusesi nel giungo successivo - condotte dalla Sezione Operativa e dalla Stazione di Gallina col coordinamento della Procura locale, e che hanno oggi permesso di interrompere una serie di reati, tra i più pericolosi per l’ambiente, l’incolumità e la salute pubblica.

L’epilogo all’alba di stamani quando gli inquirenti hanno fatto scattare una operazione ritenendo di poter smantellare una presunta organizzazione criminale che si sarebbe occupata proprio del traffico illecito dei rifiuti e del loro incendio.

Sette le persone indagate; due di loro, Luigi Festa (di 20 anni) e Francesco Ficara (di 35), sono finiti agli arresti domiciliari. A tutti, e a vario titolo, si contesta l’appartenenza all’organizzazione dedita al costante e abusivo sversamento dei rifiuti nelle aree adiacenti al mercato e del loro successivo smaltimento dandogli fuoco.

IL MONITORAGGIO DELL’AREA

Gli accertamenti sono iniziati con un monitoraggio dell’area esterna dello stesso mercato ortofrutticolo di Mortara-San Gregorio, che aveva lo scopo, appunto, di identificare coloro che lasciassero i rifiuti sia nell’area, interessata dalle attività commerciali, che in quella immediatamente circostante.

Da qui si è arrivati a sospettare l’operatività di un gruppo di persone. Le investigazioni, sia di natura tradizionale che tecnica, hanno portato a sospettare che il titolare di un’impresa di imballaggi, incurante del rispetto di qualsiasi norma in materia ambientale, utilizzando i mezzi della sua ditta e della collaborazione degli altri indagati, che per lui lavoravano in nero o comunque non erano dipendenti regolari, avrebbe trasportato e lasciato nella zona interessata degli ingenti quantitativi di rifiuti speciali derivanti dalle attività commerciali interne e dei rifiuti urbani - anche prelevati da altri esercizi pubblici del reggino - per poi reiteratamente e settimanalmente smaltirli dandovi fuoco.

IL MODELLO STABILE E CONTINUATIVO

Gli investigatori parlando addirittura di “uno stabile e continuativo modello di organizzazione dei mezzi e delle risorse personali assunte in nero dall'impresa, volto alla realizzazione di numerose discariche non autorizzate lungo il perimetro di circa un kilometro dell’area mercatale”.

L’ipotesi, dunque, è che il titolare dell’impresa avesse assunto un vero e proprio ruolo di organizzatore all'interno del presunto gruppo criminale, mettendo infatti a disposizione gli automezzi, che “operavano” soprattutto nelle prime ore del mattino o nelle giornate di chiusura del mercato.

I carabinieri sostengono quindi che i diversi sversamenti e gli incendi effettuati abbiano compromesso l’incolumità pubblica delle persone residenti in prossimità del mercato ortofrutticolo, dato che le fiamme sprigionate erano spesso vaste, di propagavano rapidamente ed erano difficili da spegnere anche per i Vigili del Fuoco, anche a causa della ingente presenza di vegetazione incolta circostante.

È stato poi riscontrato un danno per l’integrità dell’ambiente ed il rischio per la salute pubblica a causa dei roghi tossici generati, i cui fumi di colore nero coinvolgevano le famiglie che vivono nel centro abitato limitrofo.

Nell’ambito della stessa attività è stato eseguito anche un sequestro preventivo dell’intero patrimonio della stessa impresa, comprensivo di conti correnti, automezzi, mezzi d’opera e di un box occupato abusivamente all’interno del mercato ortofrutticolo.