Truffa assicurazioni auto: tre condanne nel vibonese
Dopo quasi dieci anni di dibattimento, termina il processo sulle presunte truffe alle assicurazioni, con tre condanne ed una raffica di assoluzioni e prescrizioni del reato. Erano 43 le persone coinvolte in questo filone, tutte residenti in vari centri della provincia di Vibo Valentia.
L'inchiesta denominata "Dirty business", ruotava attorno ad una serie di incidenti e certificati medici ritenuti fasulli e prodotti per ottenere risarcimenti non spettanti. La presunta associazione per delinquere - reato contestato in sede di conclusione indagini - secondo l'accusa avrebbe iniziato ad operare in tutta la provincia dal 2007 al 2015.
Il giudice Tiziana Macrì, presidente del Tribunale collegiale - a latere Roberta Ricotta e Laerte Conti - ha così condannato: Domenicantonio Arena, di 49 anni, Giovanni Battista Arena di 39 e Mylene Molina 60enne di Tropea. Per loro la pena è di due anni di reclusione, assolti per altri capi di imputazione.
Nei confronti dei primi due, difesi dall'avvocato Francesco Rombolà, il pm aveva chiesto una condanna a dieci anni ed otto per la terza, difesa da Michele Accorinti.
In sede di sentenza è caduto il reato associativo comportando un sensibile abbassamento dell'entità delle pene. Il Tribunale ha invece scagionato dalle accuse: Antonio Arena, Maria Carmela Arena, Sarina Margherita Nicolaci, Maria Antonia Nicolaci, Graziella Arena, Giovanni Battista Arena, Palma Paglianiti, Domenico Solano, Gessica Solano, Antonio Barbieri, Stefano Preiti, Emanuela Currà, Domenico Preiti, Rocco Durante, Giuseppe Greco, Salvatore Barbieri, Maria Concetta Mazzeo, Concetta Lucifero, Giammaicol La Torre, Giuseppe Santamaria e Giasmara La Torre.
Sono finiti in prescrizione altri reati contestati ad alcuni degli imputati.