Vietato entrare in alcuni uffici? Siulp contro Questore di Crotone: “alimenta malessere”
“La mia porta è sempre aperta …”: questo quanto pronunciò al suo insediamento il questore di Crotone Marco Giambra, “se non fosse però, che ad oggi nella Questura pitagorica, quella frase, sulla nostra pelle abbiamo capito che rappresenta non solo una frase retorica … ma addirittura per certi versi figurativa, poiché invero è che la Sua porta è sempre aperta, ma non è aperta la sua mente al dialogo, alla costruzione di idee plurilaterali che vadano a trovare un punto di caduta comune nell’interesse dell’amministrazione”.
È quanto sostiene polemicamente Claudio Giammarino, segretario generale provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, in nota in cui lo stesso Siulp afferma che quando abbia inteso palesare alcuni disservizi degli agenti alla venuta di alcuni Capi di Stato, si sarebbe visto “materialmente sbattere la porta in faccia!”.
“Da allora – ribadisce ancora il dirigente sindacale - campeggiano cartelli affissi sulla porta di un ufficio in particolare, di divieto di ingresso al personale non autorizzato, se non fosse che quel personale per cui è stato apposto, vi presta servizio proprio in quello ufficio”.
“Lo abbiamo espresso più volte nelle sedi opportune del nostro Ministero, che i possibili suggerimenti posti in essere dalle Oo.Ss. comportano una chiusura da parte dell’amministrazione locale gestita dal Dott. Giambra e, addirittura, costituiscono un elemento ostativo per la prosecuzione del vivere civile all’interno della Questura, alimentando quel malessere che serpeggia da troppo tempo ormai” prosegue Giammarino.
Il segretario ci va giù duro, sostenendo ancora che da queste situazioni si evincerebbe quella che definisce la “logica medievale con cui il Questore di Crotone ed il suo stretto collaboratore, quest’ultimo in servizio … da più di 10 anni, gestiscano l’amministrazione della Polizia di Stato come un luogo privato, sottoponendo all’autorizzazione all’ingresso presso taluni uffici, solo a chi non ha nulla da obiettare sul proprio operato”.
“Oggi - sbotta quindi il sindacalista - è tempo di denunciare quanto sopra descritto - affinché venga ridata onorabilità agli uomini e alle donne in divisa, rispetto a queste logiche padronali che intendono imbavagliare le libertà sindacali con l’unico scopo di incutere timore a chiunque voglia contraddire quanto dica il despota di turno”.
Il Siulp si rivolge pertanto al Capo della Polizia, al Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani, affinché intervengano sulla questione, così che nella provincia di Crotone “venga ridata dignità ai poliziotti attraverso un dialogo costruttivo con la parte sindacale”.
Inoltre si chiede di prendere provvedimenti sulle “discrasie che da troppo tempo attanagliano la provincia che sono state puntualmente rappresentate, valutando l’opportunità di avvicendare il Questore, fermo restando ogni azione conducente a tutela del sindacato e dei suoi iscritti, compreso eventuale ricorso al giudice del lavoro per sollecitare un’azione di accertamento e di condanna della condotta antisindacale tenuta dal Questore di Crotone” conclude Giammarino.