Investita e uccisa in kayak, parla la famiglia: “ci sentiamo totalmente impotenti”
“Non abbiamo parole per quanto accaduto, ci sentiamo vuoti e totalmente impotenti”: sono le parole della famiglia di Cristina Frazzica, la 30enne originaria di Taurianova, nel reggino, ma da anni residente in Lombardia, travolta e uccisa da un’imbarcazione al largo di Posillipo, mentre si trovava su un kayak insieme a un amico (QUI).
Cristina, laureata in Biotecnologie, si trovava in Campania perché era stata selezionata per il Pharmatech Academy dell’università “Federico II”, un percorso di formazione destinato a formare professionisti altamente qualificati nella ricerca, nella produzione di farmaci a Rna e nella terapia genica, e svolgeva il tirocinio nella sede regionale dell’azienda farmaceutica Nouscom.
“Il mare era la sua passione e, approfittando della bella giornata, aveva deciso di fare un giro in kayak con un amico” raccontano ancora i genitori della giovane, ribadendo però di avere piena fiducia nel lavoro della magistratura e dicendosi sicuri che presto emergerà la verità: “per ora non riusciamo a darci pace: andremo fino in fondo per capire cos’è successo”.
La famiglia, intanto, ha nominato come proprio legale un noto avvocato penalista, Gianluca Giordano, del foro di Santa Maria Capua Vetere, e ha incaricato anche un consulente tecnico di parte, il medico legale Maurizio Saliva, per l’autopsia che il sostituto procuratore della Repubblica, Vincenzo Toscano, ha fissato per domani, venerdì 14 giugno, alle 13.
“È ancora presto per rilasciare dichiarazioni e nessuno vuole puntare il dito contro qualcuno. Siamo certi che la magistratura analizzerà ogni aspetto della vicenda, senza tralasciare nulla”, concludono.