Tragedia di Steccato di Cutro. Inquirenti: “si poteva evitare”. Sei indagati
Il sostituto Pasquale Festa della Procura di Crotone ha chiuso le indagini sulla tristemente nota tragedia di Steccato di Cutro (QUI), in cui, nel febbraio dell’anno scorso, a seguito del naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiavano, il caicco Summer Love, persero la vita quasi un centinaio di migranti tra cui trentacinque bambini (QUI), mentre furono un’ottantina i superstiti.
La Procura ha fatto notificare a sei persone, quattro militari della Guardia di Finanza e due delle Capitanerie di Porto, altrettanti avvisi di conclusione delle indagini: i reati ipotizzati sono quelli di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, evidenziando dei presunti profili di negligenza “nel dare attuazione alle regole che la normativa europea e nazionale impone in casi del genere”.
Si tratta nello specifico del comandante del Roan di Vibo Valentia, Alberto Lippolis; dell’ufficiale in comando e controllo tattico dello stesso Roan, Antonino Lopresti, e del capoturno della sala operativa Giuseppe Grillo.
Inoltre, il comandante del gruppo aeronavale di Taranto Nicolino Vardaro; l’ufficiale d’ispezione all’Italian Maritime Rescue Coordination Center di Roma, Francesca Perfido; e l’ufficiale di ispezione presso il Centro Secondario del Soccorso Marittimo di Reggio Calabria, Nicola Nania.
Secondo gli inquirenti, che hanno passato letteralmente al setaccio tutto quanto avvenne quella maledetta notte tra il 25 e il 26 febbraio del 2023, la tragedia si sarebbe potuta evitare.
Per la Procura i militari della fiamme gialle sotto inchiesta avrebbero gestito in modo sbagliato la segnalazione relativa all’imbarcazione che fu avvistata a circa una quarantina di miglia dalla costa calabrese, contestandogli di aver trattato la situazione come un’operazione di polizia cosiddetta di “low enforcement” invece che come un evento Sar, ovvero un’emergenza in mare di Search and Rescue.
In particolare, scrivono gli inquirenti, “è stata contestata l’omessa completa comunicazione delle difficoltà di navigazione incontrate a causa delle condizioni meteomarine” oltre che un “ritardo nel predisporre le operazione le operazioni di intercetto del caicco, in assenza di un efficace monitoraggio radar”.
Per quanto riguarda invece i membri della Guardia Costiera, la contestazione ruota intorno alla presunta mancata acquisizione di informazioni “necessarie per avere un quadro effettivo di quanto la Guardia di Finanza stava facendo cui conseguiva una carente valutazione dello scenario operativo e delle conseguenti disposizioni impartite ai natanti della Guardia Costiera che pire era in condizioni di intervenire”, evidenziano ancora dalla Procura pitagorica.
Per lo stesso episodio sono stati già condannati in abbreviato due presunti scafisti, mentre è ancora in corso il dibattimento per altri tre. Un altro componente dell’equipaggio è invece morto durante il naufragio.