Scarichi industriali non depurati nel Petrace: revocata autorizzazione

Reggio Calabria Cronaca

Gli scarichi industriali di una nota ed avviata azienda di calcestruzzo finivano indisturbati nel fiume Petrace, tramite un canale di scolo totalmente abusivo ed occultato dalla vegetazione.

È quanto scoperto nei giorni scorsi a Palmi, nei pressi della foce del fiume, dopo una serie di sopralluoghi svolti dalla Polizia Locale e dalla Guardia Costiera, nell'ambito della più ampia operazione ambientale denominata Nettuno, che punta alla tutela dell'ecosistema marino.

Proprio le osservazioni svolte dai militari alla foce del fiume, tra gennaio ed aprile scorsi, avevano portato a svolgere ulteriori sopralluoghi sia per via aerea che su terra, arrivando così a scoprire il canale di scolo proveniente direttamente dall'impianto produttivo.

Si tratterebbe di una condotta interrata a circa 3 metri di profondità, che bypassava completamente l'intero sistema di depurazione sversando, sostanzialmente, tutti i reflui non trattati nel fiume.

Le analisi di laboratorio svolte dal personale dell'Arpacal hanno portato poi ad evidenziare gli alti contenuti di alluminio, ferro, rame e zinco, tutti ben sopra i livelli consentiti. Circostanza che ha condotto al sequestro dell'intero impianto.

Successive indagini hanno poi permesso di delineare altre ipotesi di reati ambientali, come lo smaltimento illecito dei fanghi essiccatti ed accumulati nelle vasche di depurazione, rivenduti a terzi come fertilizzanti, ma anche la mancata realizzazione di opere relative all'impianto, la mancata compilazione dei documenti e dei formulari, l'assenza dei registri di carico e scarico, ed il mancato rispetto di numerose norme in materia ambientale.

Per tutti questi motivi, accertate le gravi e reiterate violazioni non solo ambientali, ma anche paesaggistiche ed edili, il titolare dell'impresa - A.G. - è stato denunciato a piede libero e sanzionato, mentre è stato avviato l'iter di revoca dell'autorizzazione unica ambientale nonché dell'autorizzazione allo scarico.

L'ulteriore intervento della Guardia di Finanza (per le verifiche contabili) e della Procura di Palmi ha portato, di fatto, alla chiusura dello stabilimento.