Comparto socio-sanitario. Uneba chiede adeguamento tariffe e contratto
Mentre oggi svolge un sit-in di protesta (QUI) per il mancato rinnovo del contratto dei lavoratori addetti al comparto socio-sanitario, assistenziale, educativo, l’Uneba, Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, sostiene di riconoscere che le rivendicazioni dei sindacati “rispondono a un principio di giustizia sociale ed economica”.
Dicendosi certa che i livelli nazionali dei sindacati e dell’associazione troveranno presto delle soluzioni condivise, la rappresentanza calabrese intende però chiarire una specificità regionale: in questo momento il contratto in vigore è fermo infatti al 2010 in quanto la Regione Calabria non ha ancora adeguato i contratti collettivi del personale delle strutture territoriali della sanità convenzionata.
Le associazioni di categoria che rappresentano le strutture convenzionate hanno fatto ricorso al Tar che ha condannato la Regione ad applicare le rette e ad adeguare i contratti.
L’ente non ha però ottemperato entro il termine prescritto di 120 giorni, e le associazioni hanno chiesto quindi la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca alla Regione stessa.
“Le rette corrisposte dalla Regione Calabria sono quelle previste dai contratti del 2010 e sono oramai del tutto inadeguate alla situazione attuale. Ciò esporrà le strutture calabresi alla difficoltà ad adempiere all’adeguamento dei contratti nazionali” affermano dall’Uneba.
L’auspicio degli erogatori privati è che la situazione che si sta protraendo ormai da anni venga risolta con un forte interessamento delle parti coinvolte, “poiché la Regione Calabria si ostina a non incontrare le associazioni, nate per erogare un servizio ai cittadini che necessitano di cure e garantire un futuro certo ai lavoratori del comparto” conclude l’associazione di categoria.