Le 5 cover italiane di canzoni straniere che hanno fatto flop
L’essere umano non può vivere senza la magia e il coinvolgimento della musica, ormai entrata a far parte da secoli dell’immaginario collettivo in qualsiasi situazione, contesto, attività e persino lavoro. L’approccio alla musica può avere diverse sfaccettature e caratteristiche ma è innegabile quanto essa sia presente in moltissime delle azioni quotidiane delle persone. La troviamo nei locali tramite radio e servizi streaming, possiamo ascoltarla all’interno di film, serie tv, videogiochi o addirittura nei portali di slot machine online, così come possiamo produrla, realizzarla, fischiettarla o cantarla.
Non è un caso che le canzoni di grandissimi artisti, che possiamo ascoltare nei Festival come anche ai concerti o tramite le app principali, siano divenute praticamente immortali, alcune anche oggetto di cover più o meno riuscite. Esistono però alcune canzoni nostrane, cover di pezzi famosissimi, le quali non hanno ottenuto il medesimo successo delle originali. Ne abbiamo scelte 5 tra le più significative.
La tua immagine - Dino
Nel 1967 il cantautore Dino cercò di adattare un brano assolutamente leggendario del genere folk americano, ovvero la canzone The sound of silence di Simon and Garfunkel. Il titolo del brano divenne La tua immagine ma l’esperimento non riuscì mai a catturare la medesima profondità lirica e di testo della canzone originale. Peraltro, anche l’adattamento italiano fu ritenuto decisamente lontano dall’originale e percepito come eccessivamente superficiale, poiché ebbe – a detta di molti – la colpa di snaturare completamente il senso malinconico del pezzo americano.
Immagina che – Ornella Vanoni
Nel 1972 la nota cantante italiana Ornella Vanoni decise di fare una cover di un altro brano iconico, ovvero Imagine dell’indimenticato John Lennon. Decise però di trasformare letteralmente il testo, sostituendo il messaggio di pace universale del cantautore anglofono con una ben più generica storia d’amore, proponendo quindi una versione neanche lontanamente accurata in relazione allo spirito originale del brano. La cover fu immediatamente rigettata e molti accusarono la Vanoni di aver trasformato un inno generazionale in una canzone fin troppo leggera e banale.
Datemi un martello – Rita Pavone
Pur essendo forse non considerabile come un flop commerciale, Datemi un martello di Rita Pavone fece molto discutere. La canzone è una cover di If i had a hammer di Pete Seeger, una canzone che trattava temi delicati come ingiustizia e paura e che, invece, nella sua versione italiana fu mostruosamente banalizzata, diventando una canzone leggera e spensierata che, però, finì col perdere totalmente il suo impatto sociale.
Ho difeso il mio amore – I Nomadi
Il famoso gruppo italiano I Nomadi decise di creare Ho difeso il mio amore come cover di Nights in white satin dei Moody Blues. Se la canzone originale si caratterizzava per la sua atmosfera particolarmente romantica, la versione italiana fu percepita come troppo drammatica e diversa, poiché parlava di una storia di gelosia terminata in tragedia. Anche in questo caso la canzone, a livello commerciale, ebbe un discreto successo, senza però incontrare troppo i favori di critica e pubblico.
Ragazzo solo, ragazza sola – David Bowie
In questo caso parliamo scherzosamente di un inside job. Questo perché, dopo il grande successo di Space Oddity, lo straordinario David Bowie si cimentò in una cover italiana della canzone, chiamata Ragazzo solo, ragazza sola. In verità, la “colpa” del flop fu di un altro leggendario artista musicale, ovvero il paroliere italiano Mogol, che in carriera aveva scritto grandissimi pezzi ma che non riuscì a replicare i suoi successi con questa cover. La canzone infatti perse completamente la sua natura spaziale e futuristica per fare spazio a una tormentata storia d’amore. Sia i fan italiani che quelli internazionali videro tale collaborazione come un’operazione commerciale fallita. E infatti la cover non ebbe mai il successo della sua controparte originale.