Crotone. L’appello degli angeli dei gattini: “siamo stremati, aiutateci. In qualunque modo”
È una vera e propria battaglia quotidiana quella che combattono per salvare piccole creature a quattro zampe dalle incertezze e dai rischi della strada, dalla violenza ingiustificata di bulletti da strapazzo e di gente senza scrupoli, per poi accudirli, rifocillarli, curarli e, magari, assicurargli una famiglia che sappia accoglierli con amore.
Dove le istituzioni sono assenti - ed in questo caso le istituzione paiono proprio latitare - ci pensano i cittadini, pochi a dire il vero, che entrano in azione con volontà, passione e spirito di sacrificio.
Come nel caso di Luigi Geremicca, Angela Di Maggio, Daniela Roberto e Pasquale Scida, comuni cittadini a cui non possiamo non riconoscergli il ruolo di angeli custodi di decine e decine di gatti di strada che non hanno altre chance di salvarsi se non affidarsi nelle loro amorevoli mano; perché, troppo spesso, la gente insensibile non riesce a comprendere o apprezzarne l’importante ruolo che ricoprono nell’ecosistema cittadino.
Da mesi questa squadra di “soccorritori faidate” ha iniziato a prendersi dei mici randagi, accudendo le colonie sparse per la città, curando gli animaletti e i loro cuccioli, cibandoli e sterilizzandoli, ma anche accogliendone alcuni, tanti, in rifugi di fortuna.
Un lavoro incessante che, come dicevamo, dura da mesi e che ha messo però a dura prova la loro disponibilità, senza che mai una volta si cedesse alla rassegnazione, sempre animati da un’indiscutibile caparbietà nel non lasciare sole queste piccole vite indifese.
Luigi, Angela, Daniela e Pasquale non ricevono fondi, denaro, sostegno. Da nessuno. Finora hanno operato con le loro mani nude e mettendo mano al proprio portafoglio affinché nulla mancasse ai loro gattini.
“Qui la situazione è allo stremo: abbiamo più di 100 mici tra stalli in magazzini di fortuna e colonie da curare e sterilizzare. Siamo soli, sconfortati e oramai allo stremo delle forze fisiche e psicologiche perché passiamo le nostre giornate a chiederci come fare per trovare i soldi per curarli, il cibo per sfamarli e le lettiere che non bastano mai” ci dice Luigi, stanco ma determinato.
“Le nostre giornate - prosegue - iniziano all’alba per riuscire a sfamare e somministrare le terapie ai gatti che abbiamo in stallo prima di andare a lavoro, e finiscono solo quando riusciamo a racimolare il necessario per il giorno seguente. Non sto a dire quante volte ci consoliamo a vicenda e cerchiamo di farci forza perché siamo veramente soli e dimenticati da tutti”.
Man mano che si va avanti, evidenzia ancora Luigi, diventa sempre più difficile anche sterilizzare e vaccinare: “Poco tempo fa abbiamo avuto un’epidemia di tigna tra mamme e cuccioli che ha dimezzato le cucciolate: ogni giorno - sottolinea ancora Luigi - raccoglievamo cuccioli morti e puoi immaginare lo strazio del non poter fare nulla perché avevamo le mani legate e risorse pari a zero perché non abbiamo mai trovato nessuno che ci potesse aiutare concretamente”.
“Non riusciamo a non accoglierli perché sono piccole anime sole ma ci rendiamo conto che stiamo perdendo il controllo della situazione perché per quanto possiamo farci in quattro l’amara verità è che senza risorse non si va da nessuna parte”, puntualizza.
La situazione, dunque, sta diventando sempre più insostenibile, soprattutto economicamente per le esigue risorse a disposizione degli stessi volontari, che oggi, quindi, sentono la necessità di lanciare un appello, chiedere un aiuto, qualsiasi aiuto, a chi avesse la possibilità di offrirlo.
“Abbiamo bisogna di concretezza - aggiunte Luigi - perché questi poveri animali meritano una possibilità di vivere dignitosamente e noi purtroppo in questo stiamo fallendo perché con tutta la buona volontà non riusciamo a superare gli ostacoli che si fanno man mano più grandi”.
“Ogni volta che accogliamo una mamma gatta ed i suoi cuccioli - continua - preghiamo affinché non si ammalino perché questo ci trascinerebbe nel vortice dell’incertezza e dell’impossibilità. Non sappiamo più come e a chi chiedere aiuto: quello che sappiamo è che vorremmo tanto continuare a percorrere questa strada perché, seppur difficile, regala tanto amore”, conclude Luigi.