Da martedì altri 18 medici cubani rafforzeranno i reparti degli ospedali catanzaresi

Catanzaro Salute

Martedì prossimo, 28 ottobre, altri diciotto medici cubani entreranno in servizio aggiungendosi ai ventuno colleghi già presenti nelle strutture sanitarie dell’Asp di Catanzaro.

I sanitari saranno accolti alle 10:00 nella sala “Arch. Ferrante” dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme dopodiché sei di loro saranno trasferiti al Presidio di Soverato e gli altri 12 resteranno in quello della città della Piana.

Come in precedenza, i medici sono stati assegnati in base alle specialità possedute. coniugate con le esigenze dei Presidi ospedalieri. Nelle scorse settimane hanno frequentato un corso in lingua italiana all'Università della Calabria insieme a periodi di informazione sul Servizio sanitario regionale, come da protocollo ormai ben rodato.

La loro presenza rappresenta un sostegno fondamentale per i presidi sanitari aziendali che continuano a registrare carenza di personale a fronte delle numerose richieste di prestazioni da parte di un’utenza molto vasta, che intercetta anche parte della provincia di Vibo Valentia e parte di quella di Cosenza.

Le proiezioni sulle prestazioni erogate indicano che l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro nel 2024 dovrebbe accrescere la sua produttività di circa il 10%.

L'Asp rafforza dunque ulteriormente la presenza dei medici cubani, affiancando agli specialisti già presenti altri che hanno già dimostrato di essere portatori di competenze importanti.

“I riscontri positivi continui che si rilevano confermano la visione anticipatoria della Regione Calabria: grazie agli accordi di cooperazione sottoscritti dal Presidente Roberto Occhiuto con il governo caraibico, oggi è possibile avere risorse professionali per colmare le gravi carenze di personale medico che affliggono tutta la sanità italiana” commentano dall’Azienda.

La partnership con la Sanità cubana consente di acquisire anche professionalità che in Italia sono più difficilmente reperibili, in particolare nell’area dell’emergenza.