“Figli del Minotaura”, a Zagarise il docufilm che riaccende i riflettori sulla transumanza
Al Museo Marz “Luigi Verrino” di Zagarise è stato proiettato il film sulla transumanza “Figli del Minotauro-Storie di uomini e animali” del regista catanzarese Eugenio Attanasio.
Le bellissime immagini sono state girate perlopiù nei territori silani e presilani, dove Zagarise può vantare dei veri e propri gioielli ambientali impressi sulla preziosa pellicola di Attanasio.
Le grandi pianure di località Tirivolo o il canyon Timpe rosse ne sono un esempio. Le vacche podoliche della famiglia Mancuso di Marcedusa percorrono gli antichi tratturi, per portarsi dal mare alla montagna e viceversa.
Ad attendere il lavoro del regista Attanasio, allievo del maestro Vittorio De Seta, c’erano non solo allevatori della zona fra cui Giuseppe Pisano ma anche semplici cittadini e non solo zagaritani, curiosi di vedere il film che si occupa dell'antica pratica della transumanza, che ogni anno tocca anche il centro urbano di Zagarise.
Dopo l'applauso che ha sancito la fine del film, i relatori moderati dal giornalista Luigi Stanizzi hanno fornito il loro punto di vista sui temi che Attanasio ha esposto nel suo intervento.
In apertura Stanizzi, davanti a una sala gremita di pubblico e adornata da tante opere d'arte, quadri e sculture di autori fra i più importanti anche a livello internazionale come Mimmo Rotella, ha esordito affermando che se in ogni comune della Calabria ci fosse un mecenate come Luigi Verrino la nostra regione sarebbe fra le più colte al mondo; e se in ogni comune ci fosse un sindaco sensibile e attivo come Domenico Gallelli, sparirebbe il degrado che troppo spesso ci circonda.
Il regista Eugenio Attanasio ha voluto puntualizzare che il suo lavoro non voleva, e non vuole, essere un semplice racconto nostalgico ma un faro che ha illuminato e raccontato le vicende della famiglia Mancuso, il loro rapporto con gli animali, le vacche podoliche, e la tradizione della transumanza. Racconta il territorio che attraversa la mandria.
Ne viene fuori, ha continuato Attanasio, uno spaccato della nostra Calabria che nel racconto ha radici profonde. Nel film, ha precisato, non ci sono voci fuori campo, ma solo suoni e narrazioni della famiglia Mancuso, presente in sala. Ne viene fuori un film documentario sulla evoluzione della transumanza e la sua importanza nelle tradizioni locali.
A seguire l’intervento dell’architetto Salvatore Tozzo grande cultore e promotore del territorio presilano. Tozzo si è soffermato sulla bellezza dei siti visti nel film e su alcuni di essi, come le Timpe rosse o le Grotte di Soveria Simeri.
Un'architettura del paesaggio che Attanasio mette a fuoco, con riprese a grande raggio ma anche entrando dentro le viscere dei territori. Immagini, ha continuato Tozzo, che faranno il giro del mondo mostrando tutta la bellezza di questa parte del Parco nazionale della Sila.
L’intervento poi di Domenico Levato, al vertice della Cineteca della Calabria, ha ripercorso la storia della transumanza e di alcuni personaggi storici.
È arrivato poi il momento del sindaco Gallelli, più volte citato e ringraziato per la sua qualità amministrativa attenta alle dinamiche culturali sul suo territorio e che si è detto disponibile per altri lavori, ricordando che Attanasio si era già occupato di Zagarise nel film su Cecilia Faragò, nata proprio nel suo Comune.
Fra il pubblico Adamo Valerio fratello del compianto Jo La Face, che ha donato alla Cineteca la collezione di libri sul cinema; presente naturalmente anche l'artista Luigi Verrino che, proprio in questi giorni, sta ultimando la sua scultura capolavoro su Giuditta Levato.