Tenta di soffocare un agente: ennesima aggressione nel carcere di Catanzaro
Ennesima aggressione nella Casa circondariale di Catanzaro. È accaduto ieri, venerdì 23 novembre quando un agente scelto della Polizia Penitenziaria, dopo aver aperto la cella ad un detenuto autorizzato a recarsi all’ufficio matricola per una notifica, ha visto il compagno di cella approfittarne e uscire fuori senza permesso.
Invitato con calma a rientrare, il detenuto, per tutta risposta, simulando con la mano la forma di una pistola e puntandola alla testa, ha minacciato di uccidere il poliziotto, rifiutando ogni dialogo e continuando ad andare avanti e indietro nella sezione senza permesso.
Non solo: mentre l’agente si è diretto verso l’atrio per chiedere supporto ai colleghi, il detenuto lo ha aggredito alle spalle, cercando di soffocarlo. Solo l’intervento tempestivo di altri poliziotti ha evitato il peggio.
“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Aggressioni gratuite e senza alcun motivo, che mettono in serio pericolo gli agenti di polizia penitenziaria sia sotto il profilo della loro incolumità che sotto il profilo dello stress psicologico che sono costretti a subire” commenta Roberto Galea, coordinatore provinciale della Pol Pen della Fp Cgil.
Per il sindacalista quest’ultimo, ennesimo atto di violenza non è più tollerabile, e al Sigla esprime la sua piena solidarietà all’agente che lo ha subito: un fatto che a dire di Galea “dimostra che si è arrivati ad un punto di non ritorno in cui le azioni dei vertici non sono assolutamente risolutive del problema anzi lo aggravano di più con il loro assurdo silenzio”.
La Fp Cgil, con tutte le sue articolazioni, ha più volte chiesto incontri ai vertici del dipartimento per affrontare con decisione il problema “ma ad oggi nessuna risposta si è avuta in tal senso. A questo punto si valuteranno azioni incisive di protesta di tutto il personale di polizia penitenziaria”, assicura Galea.