Consiglio di Stato dà ragione a cacciatore, legittimo il possesso del porto d’armi sportivo

Calabria Cronaca

Il Consiglio di Stato, Sez. III, (Presidente Raffaele Greco; estensore Ezio Fedullo), ha accolto le tesi difensive degli avvocati Achille ed Enrico Morcavallo, che rappresentavano un cacciatore calabrese, annullandogli definitivamente il diniego di porto d’armi e così confermando, in tal senso, la decisione del Tar della Calabria.

Durante un controllo di polizia, il cacciatore era stato trovato in compagnia di un soggetto con a carico delle segnalazioni per furto aggravato; inoltre, lo stesso cacciatore convive con una persona condannata nel 1980 per detenzione di armi e minacce. Motivi questi per i quali gli era stato negato il porto d’armi.

Avverso questo provvedimento l’interessato ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale che ha accolto l’stanza evidenziando il difetto di motivazione e di istruttoria riguardo al provvedimento di diniego.

Nelle more il cacciatore aveva ottenuto un regolare porto d’armi. L’amministrazione centrale ha poi proposto appello al Consiglio di Stato che oggi ha definitivamente respinto l’appello, confermando la validità della Sentenza di primo grado ed il vizio di difetto di motivazione ed istruttoria, non ritenendo bastassero a giustificare il provvedimento negativo gli episodi contestati, in quanto il giudizio di affidabilità del soggetto per il rilascio dell’autorizzazione di polizia deve essere personale.

Una sentenza, questa, di particolare interesse gli effetti e per il principio affermato, applicabile a tutti i procedimenti di porto d’armi.