Aumentano le morti sul lavoro, la Calabria non fa eccezione: quasi due vittime al mese
Sono 890 le vittime sul lavoro in Italia alla data del 31 ottobre scorso: di queste 657 in occasione di lavoro (15 in meno rispetto allo stesso messe dell’anno scorso) e 233 in itinere (37 in più rispetto a ottobre 2023).
Se la Lombardia è la regione maglia nera per le morti bianche, 112 quelle accertate, in una triste ma necessaria classifica la Calabria non sorride di certo, posizionandosi come la 12 regioni con maggiori vittime, 17 quelle complessive.
Prima di lei Lazio (64), Emilia-Romagna (63), Campania (57), Sicilia (54), Veneto (47), Piemonte (41), Puglia (38), Toscana (34), Trentino-Alto Adige e Sardegna (21); e dopo: Umbria e Liguria (16), Abruzzo (14), Friuli-Venezia Giulia (13), Marche (12), Basilicata (9), Valle d’Aosta e Molise (4).
Analizzando poi ed in dettaglio le diverse aree della nostra regione, basandosi sui valori dei decessi ordinati per incidenza degli infortuni rispetto il numero di occupati (su dati Inail), scopriamo che il catanzarese è l’11ma provincia d’Italia con più vittime, 6 per l’esattezza; seguita dal cosentino, che nella graduatoria nazionale si posiziona 31mo con 7 decessi; dal vibonese, 68mo con 1 vittima; dal Crotonese, 71mo, con 1 vittima; ed infine dal Reggino, 97mo con 2 vittime.
Dati impietosi, che fanno piombare la calabria nella zona arancione insieme a Campania, Emilia Romagna, Puglia e Abruzzo. Sopra, in zona rossa, sempore a fine ottobre 2024 e con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 27,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono invece Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna. Le regioni in zona gialla sono Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. In zona bianca: Toscana e Marche.
STRANIERI E ANZIANI A RISCHIO
Scorrendo i dati si scopre ancora che soggetti ad un rischio di infortunio mortale quasi triplo rispetto agli italiani sono gli stranieri: in occasione di lavoro nei e primi dieci mesi dell’anno sono stati 149 su un totale di 657: si tratta di 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani che perdono la vita.
Anche nei primi dieci mesi dell’anno l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età, basandosi sempre sulle incidenze di mortalità (per milione di occupati), evidenzia un dato che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 112,8), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 45,0). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (230 su un totale di 657).
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
Quanto ai settori produttivi, alla fine dei primi dieci mesi del 2024 è ancora quello delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 128. Seguito dalle Attività Manifatturiere (86), da Trasporti e Magazzinaggio (84) e dal Commercio (48).
I CASI PER GENERE E NAZIONALITÀ
Altro dato quello del genere e della nazionalità. Si scopre così che le donne che hanno perso la vita sono state 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono stati invece 149, mentre sono 40 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il martedì risulta essere anche a fine ottobre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (20,2%).
LE DENUNCE IN CRESCITA
Anche le denunce di infortunio totali crescono, dello 0,4% rispetto a ottobre 2023. Le denunce erano 489.526 a fine ottobre dell’ano scorso, e ad oggi sono passate a 491.439.
Il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (59.678). Seguono: Costruzioni (31.341), Sanità (30.444), Trasporto e Magazzinaggio (28.918) e Commercio (27.417).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici donne sono state 174.337, quelle dei colleghi uomini 317.102. Quelle in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 410.007: 135.532 le donne e 274.475 gli uomini.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 324.260, mentre degli stranieri sono 85.747. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 109.620 denunce (il 22,3% del totale).
COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.