Lite nel bergamasco tra famiglie calabresi, ci scappa il morto

Calabria Cronaca

Ci sono due famiglie di origine calabrese coinvolte nell’omicidio di un 42enne di Boltiere, popoloso centro di poco più di seimila abitanti della provincia di Bergamo.

La vittima, Roberto Guerrisi, originaria di Gioia Tauro, è stata colpita al viso da almeno due proiettili sparati con una pistola. Il fatto è avvenuto intorno alle 14:30 di ieri, sabato 28 dicembre, in via Bergamo 13, nel capannone di un’azienda alla periferia di Pontirolo Nuovo, cittadina che dista circa una ventina di chilometri dal capoluogo orobico.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Treviglio, intervenuti sul posto e che indagano sull’accaduto, alla base dell’assassinio potrebbe esserci una lite degenerata.

Lite che sarebbe iniziata proprio nell’immobile che ospita una rivendita e noleggio di auto di proprietà di Domenico Bonfiglio: in base alle ipotesi avanzate dagli inquirenti qui un gruppo di circa sei o sette persone avrebbe iniziato a discutere animatamente, relativamente ad una questione che coinvolgerebbe il fidanzato della figlia di Guerrisi, appartenente ai Bonfiglio, accusato di averla maltrattata.

In questo frangente, all’improvviso, sarebbe spuntata una pistola da cui sarebbero stati esplosi i due colpi a bruciapelo che hanno colpito il 42enne.

Quest’ultimo, sebbene ferito gravemente, avrebbe cercato di scappare uscendo dal locale ma dopo una ventina di metri si sarebbe accasciato a terra esanime, nei pressi di una pensilina dell’autobus.

Sembrerebbe che un parente del 42enne lo abbia soccorso, praticandogli anche un massaggio cardiaco, ma purtroppo inutilmente.

Intanto i militari hanno eseguito tutti i rilievi e stanno sentendo alcuni testimoni presenti insieme a Guerrisi durante i fatti per cercare elementi utili a ricostruire l’esatta dinamica del fatto omicidiario.

Nelle scorse ore i carabinieri hanno anche fermato un 58enne incensurato, Rocco Modafferi, ritenuto l’assassino e che sarebbe lo zio del fidanzato di una delle tre figlie della vittima.

Insieme a Modafferi - che per il momento si trova nel carcere di Bergamo - risultano indagate altre due persone, entrambi suoi familiari, a cui si contesta il favoreggiamento personale.

Per arrivare ad individuare il presunto esecutore materiale del delitto si sono rilevate determinanti le immagini acquisite dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza privato, che hanno ripreso la scena del crimine.

Il cadavere del 42enne, intanto, è stato trasportato all’ospedale Papa Giovanni dove nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Si cerca ancora l’arma del delitto.

(aggiornata alle 13:30)