L’offesa al boss gli costò la vita, dopo dieci anni luce su omicidio di ‘ndrangheta in Lombardia
Sono ritenuti i presunti mandante e killer di Franco Mancuso, ammazzato dalla ‘ndrangheta nel lontano 2008 in un omicidio che per la sua cruenta dinamica sconvolse la comunità di Cadorago.
A finire in manette un nome noto agli inquirenti, il presunto boss del comasco, Bartolomeo Iaconis, 60enne di Giffone ma residente a Cadorago, già condannato per associazione mafiosa e ritenuto esponente di spicco della Locale di Fino Mornasco.
Per i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Como, però, non fu lui materialmente a compiere il delitto, ma Luciano Rullo (51enne del posto), a cui il presunto boss sarebbe stato legato da lungo tempo da rapporti di frequentazione, e da “solidarietà criminale” sostengono gli investigatori.
Iaconis è stato arrestato stamani nella sua abitazione di Cadorago mentre per Rullo l’ordinanza è stata notificata nel carcere di Opera, dove è attualmente recluso dovendo scontare quasi 5 anni dopo essere stato coinvolto nell’Operazione Insubria (LEGGI).
Ricostruito anche il movente dell’assassinio: una punizione per la vittima, reo di aver osato offendere e pubblicamente - dopo una lite - proprio Iaconis.
L’ordinanza per entrambi è stata emessa dal Tribunale di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia lombarda.
Mancuso venne ammazzato l’8 agosto del 2008, freddato con tre colpi di pistola dentro il bar Arcobaleno di Bulgorello, una frazione di Cadorago. Il fatto avvenne in pieno giorno e alla presenza di alcuni clienti del locale.
Sin da subito, proprio per le modalità dell’esecuzione, gli inquirenti ritennero si trattasse di un agguato di stampo mafioso.
Dopo dieci anni, insomma, i militari - grazie anche dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha svelato il movente – sono riusciti a risalire ai presunti responsabili dell'assassino.