Lea Garofalo: Venturino, spaccavamo le ossa mentre corpo bruciava
"Mentre il corpo bruciava spaccavamo le ossa" per farlo bruciare prima e per non farlo vedere all'esterno perché sporgeva dal fusto di metallo in cui era stato messo. Così Carmine Venturino racconta come lui e Rosario Curcio, entrambi condannati in primo grado all'ergastolo, eliminarono il cadavere di Lea Garofalo nello spiazzo di un magazzino a San Fruttuoso, vicino a Monza. "Abbiamo preso un grosso fusto di metallo, di quelli alti dove si tiene il petrolio. Abbiamo messo il cadavere dentro spingendo il corpo in modo che non uscisse fuori, a testa in giù, dal bordo si intravedevano le scarpe", ricorda il pentito. "Abbiamo versato benzina e dato fuoco. A un certo punto Curcio mi ha detto che forse non bruciava perché non c'era abbastanza aria dentro, e allora con un piccone ho fatto dei buchi al fusto. Anche dopo però il cadavere si consumava lentamente". Venturino va via, torna e vede il corpo fuori dal bidone.
"Curcio lo aveva messo su dei bancali di legno che bruciavano col corpo. La testa praticamente non c'era più, erano rimasti le cosce e il busto". "C'erano frammenti di ossa, con una pala li abbiamo messi insieme ai pezzi di legno, nel fusto, con altra benzina che avevo portato. Alla fine il corpo era carbonizzato, anche se si continuava a vedere una parte del bacino che non bruciava e allora abbiamo fatto un altro fusto". Carmine Venturino, non lesina particolari macabri sullo stato del cadavere della testimone di giustizia dopo che venne strangolata. Venturino non partecipò all'uccisione della donna che materialmente fu ammazzata da Carlo e Vito Cosco. Ecco quello che dice di avere visto quando entrò nella stanza dove si trovava il corpo di Lea: "Abbiamo acceso la luce. Il corpo era disteso per terra nel salotto. Era a faccia in giù, in una pozza di sangue. Il viso aveva grossi lividi. Era stata strangolata, intorno al collo aveva ancora una corda verde, che io riconobbi come quella che era a casa mia e che serviva a chiudere le tende".
L'uomo, condannato all'ergastolo in primo grado, dice di volere raccontare la verità "per amore di Denise", la figlia di Lea con la quale ha avuto una relazione sentimentale. Venturino ribadirà la sua versione dei fatti, già raccontata dal carcere agli inquirenti. Una ricostruzione del delitto diversa da quella emersa dal processo di primo grado. (Agi)
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h 18:23 | Carlo Cosco, dopo avere ucciso la sua ex compagna Lea Garofalo, avrebbe avuto anche l'intenzione di ammazzare la loro figlia, Denise, perchè dopo l'omicidio la giovane stava parlando con gli investigatori.