Lea Garofalo: Pg, riaprire processo dopo dichiarazioni pentito

Calabria Cronaca

Nella prima udienza del processo d'appello sull'omicidio di Lea Garofalo, il pg Marcello Tatangelo ha chiesto di riaprire il processo alla luce delle dichiarazioni del pentito Carmine Venturino. L'accusa chiede la rinnovazione del dibattimento e, in particolare, l'esame di Venturino, attualmente sottoposto a programma di sorveglianza, l'audizione di Denise per sommarie informazioni sul riconoscimento di alcuni monili probabilmente appartenuti alla madre uccisa e trovati insieme ai resti del corpo e, infine, l'audizione di alcuni testimoni. Richieste a cui si sono opposte le difese di taluni imputati.

In primo grado la Corte d'Assise aveva inflitto sei ergastoli, tra cui uno all'ex compagno della vittima Carlo Cosco, che oggi ha reso dichiarazioni spontanee. Carcere a vita anche per Giuseppe e Vito Cosco, Rosario Curcio, Massimo Sabatino e Carmine Venturino, ex compagno di Denise, e pentito al termine del processo per il sequestro e l'omicidio della testimone di giustizia che venne uccisa il 24 novembre 2009. Nelle sue lettere al pm, Venturino, che ha chiesto di essere ascoltato in aula, scrive che Lea "fu uccisa materialmente da Carlo e Vito Cosco, fu strangolata dopo che Carlo si incontrò con lei all'Arco della Pace e con una scusa la portò in un appartamento". La mattina dopo "hanno portato il cadavere nel terreno di San Fruttuoso, a Monza. Qui è iniziata la distruzione del cadavere, che non è stato sciolto nell'acido, ma carbonizzato fino a dissolverlo completamente". Parole che potrebbero ridisegnare non solo la dinamica del delitto ma anche le responsabilità degli imputati. (Agi)

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